Regia di Michael Winner vedi scheda film
Interessante omnibus dell'orrore che mette assieme (con certa logica) dimore maledette, complotti e spettrali presenze affrontate da interpreti di alto livello.
Alison Parker (Cristina Raines) è un'affermata modella di spot pubblicitari. Affronta con certa costrizione il rapporto affettivo con Michael (Chris Sarandon) e decide di andare a vivere da sola, pur senza rompere la relazione. A New York trova alloggio in un sinistro edificio in arenaria rossa, abitato nell'attico da un prete cieco, sempre assorto alla finestra. Alison fa conoscenza anche con altri strani inquilini tra i quali Anna Clark, una coppia di lesbiche e l'anziano nonché invadente Charles (Burgess Meredith). Turbata da molesti rumori che in piena notte la svegliano, la ragazza si lamenta con l'agente immobiliare. Le sue rimostranze sono accolte con certo stupore, perchè Alison, assieme al prete dell'attico, è l'unica affittuaria nel palazzo ...
"Per me si va nella città dolente,
per me si va nell'eterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore:
fecemi la divina potestate,
la somma sapienza, e 'l primo amore.
Dinanzi a me non fur cose create,
se non eterne, ed io eterno duro:
Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate!"
(Versi dell'Inferno di Dante citati nel film)
Il genere demoniaco, scatenato dal successo internazionale de L'esorcista e confermato -tre anni dopo- dal "settario" Il presagio, tenta la contaminazione con il tema (sempre in auge) della dimora maledetta. Forse la sceneggiatura sa di già visto (il complotto stile Rosemary's baby) ed è sviluppata in maniera prevedibile, ma l'ottimo cast (Chris Sarandon, Martin Balsam, Ava Gardner, John Carradine, Eli Wallach, Jeff Goldblum, Christopher Walken) aiuta a rendere vivace ed interessante l'intera operazione, e lo sguardo "cecato" di padre Francis Halloran (Carradine), rimane impresso.
Ci sono momenti particolarmente riusciti, soprattutto se ci si cala al tempo di realizzazione del film (1977): tipo le spettrali e deformate presenze -materiali quanto zombi- che nel finale circondano la protagonista, l'effetto di un coltello calato su un corpo (il trapassato padre di Alison, manifestatosi all'interno dell'infernale palazzo) e alcune inquietanti riprese notturne (compreso un gatto anch'esso malefico) che sembrano anticipare l'allucinato clima presente in Inferno di Dario Argento (1980), specialmente per l'ambientazione newyorchese, per le scene in campo lungo dell'edificio e nell'uso dell'illuminazione notturna. Anche il fatto che l'edificio costituisca una sorta di porta d'ingresso per le demoniache creature aggiunge un ulteriore tassello all'ipotesi che Sentinel abbia un po' influito (magari inconsciamente, magari solo visivamente) nella messa in scena di Inferno. Il valido regista Michael Winner ha poche volte affrontato il genere ed è un peccato visto il riuscito esempio in fatto di predisposizione all'horror. Anche se qui, buona parte del merito, va riconosciuto al testo di Jeffrey Konvitz, che pure contribuisce in sceneggiatura.
Citazione
"Il latino che hai visto nel libro era un antico monito dell'angelo Gabriele all'angelo Uriele. L'angelo Uriele vigilava all'ingresso dell'Eden, per difenderlo dal demonio. Da quel tempo una lunga schiera di custodi, di sentinelle, hanno difeso il mondo dal male. L'attuale custode è padre Halloran (...) Le persone che hai visto qui sono tutte quante... reincarnazioni, demoni (...) Sono condannato al fuoco eterno per i miei peccati, anch'io ora sono uno della legione".
(Michael / Chris Sarandon)
Curiosità
Ad un certo punto del film viene citato un brano dall'Inferno di Dante Alighieri. Quello stesso identico brano verrà riportato, sovrimpresso in una vetrina, nel film Amer (2009) omaggio al giallo italiano diretto dalla coppia Cattet e Forzani.
Purtroppo ad oggi Sentinel deve ancora trovare una decorosa edizione home video digitale (è fermo all'edizione VHS CIC, della durata di 1h26m10s).
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