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Hardcore

Regia di Paul Schrader vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Hardcore

di Donapinto
8 stelle

Jack Van Dorn (George C. Scott) e' un facoltoso imprenditore ultracinquantenne del Michigan che vive con la figlia adolescente. E' un'uomo estremamente religioso, valori che ha trasmesso anche alla figlia. Ma proprio quest'ultima, in California per un convegno religioso, sparisce nel nulla. Van Dorn ingaggia un detective (Peter Boyle) per ritrovarla. Quest'ultimo trova un filmetto porno amatoriale interpretato dalla figlia. Van Dorn, sconvolto, si butta anima e corpo alla sua ricerca nel mondo della pornografia e della prostituzione.                                                                                                                                                               Prima di diventare uno dei registi americani piu' interessanti di quel periodo, Paul Schrader e' stato uno sceneggiatore di lusso (YAKUZA, TAXI DRIVER, COMPLESSO DI COLPA). La sua prima regia e' stata TUTA BLU, misconosciuto dramma di ambiente operaio, una tematica, solitamente, poco trattata da Hollywood. HARDCORE, sua seconda pellicola, non e' solo un dramma a tinte noir ambientato nel mondo del sesso mercificato, ma e' anche un'opera fortemente autobiografica. Infatti Schrader e' nato e cresciuto in una famiglia calvinista rigidamente osservante, che gli proibi' di vedere film fino all'eta' di 18 anni. Dopodiche' trovo' proprio nel cinema la sua strada, quella strada che tanto gli era stata osteggiata. Gran parte della riuscita di questa pellicola e' merito del bravissimo George G. Scott, che incarna perfettamente un'uomo solo (la moglie lo ha lasciato probabilmente a causa della sua eccessiva fede) che si ritrova a perdere l'affetto a lui piu' caro e nella peggior maniera possibile. E' intensa la sua disperazione quando il detective, con poco tatto, gli fa visionare il porno-film "interpretato" dalla figlia. La telecamera lo segue per le strade notturne di Los Angeles, in quartieri pieni di sexi shop e squallidi locali equivoci, di cui lui a malapena probabilmente sospettava l'esistenza e in cui e' costretto ad entrare per chiedere qualsiasi tipo di informazione che possa portarlo sulla giusta strada. Arriva anche, paradossalmente, a spacciarsi per un produttore di film-hard e tenere audizioni pur di trovare delle tracce che lo portino da sua figlia. Ormai vicino allo scopo, accetta di pagare una cospicua somma per visionare in privato un film sado-maso (snuff-movie?) in cui la figlia legata e con abiti e maschera in pelle, viene sottomessa. Di fronte a quelle immagini, i pochi pervertiti spettatori presenti non tradiscono le loro espressioni soddisfatte e "goderecce", mentre il suo sguardo diventa una maschera di dolore e tristezza. Bello e commovente anche il l'ottimistico finale, dopo che la figlia gli dice che nessuno l'ha costretta, ma e' stata una sua scelta. A quel punto Van Dorn ammette che forse con lei ha sbagliato in qualche cosa, forse non gli ha dato abbastanza affetto e la prega di dargli un'altra possibilita'. Il film, naturalmente, a distanza di anni e' stato dimenticato, sia dai palinsesti televisivi, che dal mercato dei DVD. Stessa sorte e' toccata a molti  altri film di Schrader, se si escludono i successi di AMERICAN GIGOLO' e IL BACIO DELLA PANTERA. Pensiamo solo al thriller politico PATTY-LA VERA STORIA DI PATRICIA HEARST del 1988, o a LO SPACCIATORE del 1992 con Willem Dafoe, storia di uno spacciatore di coca che si muove tra case e clienti ricchissimi, ma nonostante tutto, come Jack Van Dorn e il gigolo' interpretato da Richard Gere, e' un uomo solo e forse in cerca di un perdono o di una redenzione. Questo film lo vidi ai tempi in vhs, dopodiche' spari' completamente dalla circolazione. Da segnalare la sua penultima pellicola CANE MANGIA CANE, tratto dall'omonimo bel romanzo "nero" dello specialista Edward Bunker. A quanto pare pero', sia critica che pubblico hanno risposto picche.

 

 

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