Regia di Paul Schrader vedi scheda film
Il leader di una rigida comunità calvinista del Michigan va nell’inferno della California per cercare l’unica figlia, scomparsa durante una convention religiosa. Interpretazione monumentale di George C. Scott, patriarca dai solidi principi e dalla faccia di pietra, la cui autorità è rispettata da tutti tranne che dai suoi familiari, costretto suo malgrado a diventare il tipico personaggio schraderiano (un’anima in pena che vaga di notte per le strade cittadine) per confrontarsi con il male del mondo: male che nel caso specifico è rappresentato dall’industria pornografica, un ambiente che gli è del tutto estraneo e incomprensibile. Il film si regge soprattutto sul protagonista, sul suo smarrimento di provinciale di fronte alla spregiudicatezza della civiltà urbana: dapprima cerca di affrontarla a mani nude, poi si rassegna a ricorrere a due aiutanti (il detective e la squillo) che in quel mondo sono immersi. Per parte sua Schrader fa i conti con le proprie radici familiari, ossia con un padre non molto diverso da quello descritto qui; e al tempo stesso si misura con il cinema classico, reinventando il finale di Sentieri selvaggi con una Debbie che non vuole tornare a casa.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta