Regia di Paul Schrader vedi scheda film
Uno dei migliori film di Paul Schrader. Una discesa agli inferi riprodotta con esemplare maestria, senza sbavature, eccessi, cadute di gusto né tantomeno di ritmo.
Un confronto tra due universi sociali: la comunità “bigotta” e chiusa del protagonista, ma sicura e pulita, rispetto al mondo di fuori, sporco, perverso e amorale.
Il personaggio di Van Dorn (interpretato da un George C. Scott da manuale) dovrà suo malgrado addentrarsi nella giungla urbana, dove pornografia e prostituzione si fanno portavoce di una società marcia.
In questo duro affresco urbano Schrader ci mostra il sesso in vendita, atto (im)puro che dal denaro proviene e per il denaro si consuma e che di conseguenza perde importanza. Ciò lo dimostra uno scambio di battute tra il protagonista e la donna (anch’essa facente parte del “giro”) che l’uomo incontra durante il suo torbido cammino:
Lei: “Per te è importante il sesso?”
Lui: “Non molto”.
Lei: “E allora siamo uguali. Perché, vedi, per te è così poco importante che non lo fai quasi, e per me è così poco importante che non mi importa con chi lo faccio”.
Ad essere poi messo in discussione prima di tutto è il calvinismo di Van Dorn, eccessivo rigorismo morale che ha portato sua moglie ad abbandonarlo. Quasi fosse vittima di una legge del contrappasso dantesca, il padre dotato di così forti valori etici, morali e religiosi, dovrà infatti affrontare proprio ciò che si scontra in modo così brusco e radicale con questo suo credo: arriverà a camuffarsi, spacciarsi per pornografo, entrando egli stesso a far parte del giro per necessità (trovare la figlia scomparsa), in un crescendo drammatico che non può non coinvolgere all’estremo.
Al di là dei sottotesti (a)morali, il film è soprattutto un efficacissimo thriller che ci incolla alla poltrona dall’inizio alla fine.
In definitiva un gran film, coraggioso e audace per i tempi.
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