Regia di Paul Schrader vedi scheda film
Schrader agita fantasmi dolenti e stropicciati tra le 'mean streets' d'una San Francisco lurida e prodiga di false lusinghe. La messa in scena è credibile, asciutta, e non mancano i momenti di pathos; pur tuttavia, il canovaccio su cui si sceglie di tessere l'ordito, appare, alla lunga, liso e consunto. E' - nuances stlistiche a parte - la solita, retriva, parabola moralistico-giustizialista che, a partire da certe 'poetiche' proprie del western classico, ispirò, debitamente aggiornatasi ai 'tempi', operazioni come "Death wish" (M.Winner) & degni epigoni. Da un autore della sensibilità di Schrader sarebbe stato lecito attendersi ben altro. Molto ispirato George C. Scott, punto di forza d'una pellicola altrimenti dimenticabilissima. Il pessimo "8mm - Delitto a luci rosse" di Schumacher, così come il misconosciuto "Soggetti proibiti", col giustiziere Bronson, ne sono remake 'di fatto', o comunque plagi piuttosto spudorati.
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