Regia di Paul Schrader vedi scheda film
Nel 2005 gli strateghi del mercato cinematografico degli States decidono – in seguito all’ennesimo rilancio con successo nelle sale de L’esorcista di William Friedkin - che sono maturi i tempi per tornare sull’argomento, magari con un prequel. Predisposta la sceneggiatura, il compito di riportare in vita le gesta maligne di Pazuzu viene affidata, contro ogni piu logica previsione di marketing, ad uno dei migliori sceneggiatori americani mai esistiti e pure regista dalla forte personalita’, certo da anni non molto avvezzo a successi di cassetta. Stiamo parlando del grande Paul Schrader, quello di American Gigolo’ e del bel remake da Tourneur de Il bacio della pantera, ma anche di altre pellicole ugualmente interessanti ma certo di minor presa sulla massa (Hardcore, Cortesie per gli ospiti, Patty Hearst, per citarne alcuni). Qui l’autore, almeno sulla carta, viene scritturato solamente come regista, anche se la sua influenza sulla stesura del copione e sul risultato dell’opera finita risultera’ presto fin troppo condizionato da una personale e forse piuttosto ostica visione dell’influenza e possessione del male sui destini terreni.
Infatti, a film concluso, la delusione dei produttori nei confronti di una pellicola che avrebbe dovuto avere le carte in regola per bissare il successo dell’originale e’ cosi’ grande che questi prendono una decisione davvero unica nella storia del cinema: anziche’ rimaneggiare e stravolgere al montaggio il prodotto finito (magari cancellando la firma Schrader per sostituirla con il solito "Alan Smithee"), decidono di chiudere in un cassetto l’opera ormai conclusa e di riaffidare il compito ad un regista dalle aspirazioni meno autoriali, piu’ dinamico e disposto all’azione come il pur non pessimo Renny Harlin, reduce da diversi successi di cassetta. Cast stravolto eccetto il protagonista Stellan Skarsgaard, scrittura completamente modificata in tempi da record, fatta salva l’ambientazione temporale e geografica, in pieno secondo conflitto mondiale tra Africa ed un'Europa devastata dal nazismo.
Dominion rimane in formalina per un paio d’anni, sempre annunciato ma mai distribuito nel nostro paese, tanto piu’ dopo il successo ottenuto dalla versione commerciale (non malvagia peraltro) di Harlin.
Attualmente se ne riesce a recuperare almeno una versione originale con sottotitoli in francese. Il risultato e’ molto interessante, a tratti affascinante nella rappresentazione di alcune possessioni e presenze maligne e presenta un incipit fantastico nella sua crudezza e drammaticita’, ambientato in un paese nord-europeo invaso dalla dominazione nazista, con un prete, padre Merrin, a cui viene affidato l’ingrato doloroso compito di scegliere i colpevoli di un attentato ad un soldato nazista, per scongiurare una carneficina tra la folla innocente.
Tale avvenimento condizionera’ per sempre l’esistenza del prete che, fuggito in Africa, si occupera’ di assistenza alle popolazioni locali. Finche’ la scoperta di una cattedrale bizantina semisepolta nel deserto aprira’ la via al male, imprigionato in un tetro sarcofago; una forza malvagia non molto diversa da quello della follia nazista, ma forse ancor piu’ fine a se stessa, piu’ pura. E padre Merrin si vedra’ nuovamente sottoposto a scelte cruciali dalle quali dipenderanno destini globali e responsabilita’ a carattere planetario.
Film piu’ interessante che riuscito, certo non il meglio della notevolissima cinematografia del grande autore, un’opera affascinante senza essere necessariamente migliore della versione “populista” di Renny Harlin, che privilegia. a differenza di questa, l'azione al pathos, il ritmo alla descrizione del disagio interiore del prelato. Entrambe le versioni meritano la visione e una sorta di comparazione, cosiderandola una occasione unica e irripetibile per capire le logiche e le strategie di marketing di una delle industrie piu’ potenti e influenti al mondo quanto a capacita’ di condizionare, guidare, influenzare, mode, tendenze, mentalita’ .
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta