Regia di Neil Young vedi scheda film
La calma apparente della immaginaria cittadina di Greendale viene scossa dall'omicidio di un agente di polizia. Le indagini non fanno che amplificare il diffuso clima di insicurezza del dopo 11 settembre.
Firmando il lungometraggio col consueto pseudonimo di Bernard Shakey, Neil Young - uno dei quattro rocker più importanti della storia (gli altri tre sono Zappa, Dylan e Cohen) - gira un film dei suoi, alla maniera di certe incisioni discografiche abborracciate, mostrando un gusto per la sperimentazione in forma di puro divertissement che non lo sposta di un millimetro da opere precedenti come Journey through the past e Human highway. Nelle mani di Young il cinema diventa un giocattolo: l'autore di Harvest non ha neppure una vaga idea su dove collocare la macchina da presa (rigorosamente a mano, visto che si tratta di un Super 8 gonfiato in pellicola a 35 mm), monta approssimativamente e dirige attori che danno l'idea di divertirsi un mondo in occasione di una goliardata tra amici e che prestano il labiale all'interpretazione canora younghiana. Dall'unico concept album finora prodotto dal musicista canadese, un film sgangherato con buone musiche e un finale esaltante grazie a Be the rain, uno dei migliori brani della sua carriera.
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