Regia di Woody Allen vedi scheda film
La guerra lampo dei fratelli Marx: ecco per che cosa vale la pena vivere (riprendendo ed ampliando il discorso cominciato una manciata di anni prima in Manhattan), perchè se la vita fosse una sola, non ci fosse alcun Dio, tutto fosse finito in sè stesso (Bergman puro), allora tanto varrebbe (vale) cercare di passare i momenti migliori possibili, magari tenendosi stretti, con chi ci vuole bene. Allen filosofico come sempre, elabora le sue teorie sulla vita, l'amore e dio in tutto ciò che apparentemente nulla dovrebbe o potrebbe avere a che fare con ragionamenti tanto profondi e seri: una commedia sentimentale (ma attenzione: agrodolce, quasi più agra nonostante l'accomodante finale) su tre sorelle, con tanto di scambi di partner fra le donne. Che sono in fondo scambi di esperienze, di bisogni, di desideri: ora per Mickey è il momento di amare Holly, ma non rinnega la storia con Hannah poichè quella era l'unica soluzione - l'unica vita - possibile in quel momento. Circondato da un cast di attori bravissimi (due Oscar, più il terzo per la non semplice, ma sciolta sceneggiatura), Allen si accolla i momenti comici ed utilizza i consueti punti di riferimento: Bergman (Von Sydow ne fu l'attore prediletto), il cinema italiano anni '50-'60 (Di Palma alla fotografia), Freud (citato ripetutamente), i fratelli Marx e infine sè stesso (autobiografico il personaggio ipocondriaco). E' un buon lavoro, ma da qui a definirlo il suo migliore, come qualche critico ha fatto, ne passa.
Intrecci sentimentali (e nevrotici) di tre sorelle newyorchesi: Hannah, Holly e Lee. L'ex marito di Hannah (con cui è in ottimi rapporti) finisce per uscire con Holly, mentre l'attuale marito ha una scappatella fugace con Lee. Infine un pranzo del Ringraziamento, qualche tempo dopo l'assestamento della situazione, ritrae un quadro sereno di famiglia.
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