Regia di Dwight H. Little vedi scheda film
Dei quattro mostri partoriti dal cinema horror americano tra gli anni Settanta e gli Ottanta,Michael Myers,il killer inarrestabile della serie "Halloween"(gli altri sono Freddie Krueger,Leatherface e Jason) è quello che permette meno variazioni sul tema,e,effettivamente,è anche il più monotono:con una maschera bianca senza lineamenti sulla faccia,uccide con qualsiasi cosa possa maneggiare,non reagisce a spari,coltellate,esplosioni e botte di qualsiasi livello,salvo rialzarsi perentoriamente e ripartire nel preparativo all'assassinio.Possibilmente di gruppo.Dopo l'excursus fantascientifico di "Halloween III",che poco c'entrava con i primi due film,la serie riparte dalla resurrezione dello psicopatico invulnerabile:il film è scontatissimo,rabberciato nella storia e nei presunti colpi di scena,procede noioso e già inequivocabilmente visto fino a una scarsa ora e mezza di durata,con il povero Donald Pleasence che ripete ancora "Non è un uomo!",fino a risultare patetico.Dwight H.Little non sa dirigere la pellicola,salvo infilarci truculenze a cottimo,e il finale,forse l'unica nota leggermente inaspettata in tutto questo scombussolato sequel,arriva troppo tardi,per lasciar comunque chiudersi la pellicola su una rivelazione inquietante.
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