Regia di Jon Avnet vedi scheda film
Echi dello Spielberg storico (sia quello bellico di “Ryan”, con la scelta della telecamera a spalla per riprendere l’azione, sia quello di “Schindler’s List”) per questo sceneggiato storico del 2001, diretto dal regista/sceneggiatore Jon Avnet. “La Rivolta” narra la drammatica storia degli ebrei del ghetto di Varsavia che, prossimi al completo sterminio da parte dei nazisti, nel 1943 organizzarono una cruda battaglia casa per casa contro l’annientamento, con una vera e propria azione partigiana. La battaglia si protrasse per qualche settimana, portando alla morte di molte persone, e, in seguito alla vittoria tedesca, allo sterminio completo dei sopravvissuti ebrei. Sui tantissimi residenti nel ghetto, solo poche decine riuscirono a sopravvivere. Avnet racconta con gusto retorico ed eroicizzante una pagina di Storia bella e tragica, memento nei secoli sia del coraggio degli oppressi, sia della barbarie nazista. Sostenuto da una sceneggiatura che spiega le fasi dell’attuazione di questo duro piano di ribellione, e da un cast veramente d’eccezione, Avnet aveva tutte le carte in tavola per creare un bel film storico. Se non fosse per una regia che casca troppo nel deja-vù (ogni bambino condotto alla morte rimanda sistematicamente alla mente la bimba col cappottino rosso di Spielberg), e della trama troppo didascalica, tipiche delle produzioni televisive a sfondo cinematografico, “La Rivolta” sarebbe riuscito. Invece, a parte il merito di aver narrato con vigore la Storia, lì si ferma, e a poco-a-poco subentra una sensazione di “già visto” e di scontato troppo fastidiosa. Peccato, perché la scena dell’assalto nazista al ghetto, raccontata poi anche da Polansky nel suo “Il Pianista”, è anche più appassionante e ben fatta della controparte cinematografica. Ottimo Azaria, grande Sutherland, gigantesco Voight. Discreti gli altri. Voto: 6 ½.
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