Regia di Ole Bornedal vedi scheda film
Un film terribile, molto bello ma non per tutti. Il film e' un continuo alternarsi di momenti terribili appunto, non rappresentabili in nessun film se non di genere Horror o in versione da Vaudeville, e di momenti anche piacevoli se non adirittura poetici. Questo alternarsi dura per tutto il film e gia' dall' inizio provoca orrore, per esempio quando la madre di Dina muore fra atroci sofferenze ustionata dalla soda caustica rovesciatale addosso dalla figlia incidentalmente. Lo sgomento provocato da questa scena ma anche dalle successive puo' disorientare lo spettatore che non ha una adeguata preparazione . Mi riferisco allo spettatore italiano, latino, che non tiene conto della profonda " germanicita' " dell' opera. Tale sentimento, il sentire germanico, non e' un " fantasma " come per esempio la dialettica Hegeliana ma e' qualcosa di reale che piu' volte ha fatto capolino nel corso della storia, pensiamo a Lutero o piu' vicino a noi Hitler e il suo neopaganesimo. L' opera che piu' rappresenta questo sentire e che e' anche il primo poema della letteratura tedesca e' la CANZONE DEI NIBELUNGHI della quale Goethe disse che gli produceva un senso di orrore, perche' nessun mondo soprannaturale e benigno non inteveniva a sanare gli errori degli uomini, in balia del destino cupo e inesorabile. La differenza con i poemi latini o cavallereschi dell' europa meridionale e' questa. Dina, e torniamo ora al film, e' come una novella Crimilde o Brunilde, i fantasmi che lei vede non sono certo benevoli e il suo agire e' quasi barbarico, selvaggio. Come le sculture di Thorvaldsen, insomma, il film e' un puro esercizio di stile e visto in quest' ottica dovrebbe risultare meno terribile, che e' l' aggettivo che ho usato per descriverlo all' inizio della mia recensione. Nonostante tutto il film e' credibile e bello ma non e' per tutti, sconsigliato ai minori. VOTO:8.
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