Regia di John Curran vedi scheda film
Scritto nel 1925 da W. Somerset Maugham, Il velo dipinto è un classico della narrativa melodrammatica: amore non corrisposto, matrimonio per convenienza, passione adulterina, vendetta coniugale, esotismo, epidemia di colera, redenzione. La storia di Maugham, senza arrivare alla vertiginosa analisi del sadomasochismo amoroso di Schiavo d?amore (al cinema, fondamentale la versione del 1934 di Cromwell, con Bette Davis e Leslie Howard), è più sottile e crudele delle tre riduzioni cinematografiche che ha avuto: nel ?34 di Boleslawsky con la Garbo e H. G. Marshall, nel ?57 di Neame con Eleanor Parker e Georges Sanders, oggi di John Curran (il regista di Praise e di We Don?t Live Here Anymore) con Edward Norton (anche produttore) e Naomi Watts. L?ultimo film è il più interessante dei tre, soprattutto perché, per la prima volta, attribuisce lo stesso peso specifico a entrambi i protagonisti (mentre in passato era l?eroina adultera a dilagare), addirittura privilegiando la ritrosia e la durezza (auto)punitiva del personaggio maschile (un grande Norton, irrigidito dalla delusione). Così, il mélo si tinge di modernità. Peccato che la regia sia più che altro di maniera, piuttosto levigata e ?indolore?, senza il coraggio di confrontarsi con i picchi emotivi del genere, troppo sbrigativa nel finale. Curran pare un emulo di David Lean, ma senza sangue.
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