Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
ANTICPIAZIONE DEL FINALE - Non lo definirei affatto un film militarista, e in questo il Pentagono mi dà ragione, perché lo ha ritenuto inadatto ad una campagna per il reclutamento. E' anti-militatista, dunque? Neppure questo. Dal punto di vista del messaggio è una pellicola ambigua, come ambiguo è il suo protagonista: un pezzo di marcantonio legnoso e non troppo intelligente; fanatico nell'esaltazione del valor militare e direi senza una vera individualità. E' anche un personaggio ottuso e monocorde, direi. Ha un fisico d'acciaio, è abilissimo nell'uso delle armi, in battaglia vince, e se gli pesti i piedi sei spacciato. L'ironia percorre il film, anche se è sottile.
Già qui c'è di che tirare lo spettatore un po' di qua e un po' di là, anche se a ben guardare i dubbi che Eastwood semina sul militarismo USA sono più degli elogi. Basti pensare a certe dinamiche di potere e certe rivalità tra gli ufficiali dei Marines, al burocratismo delle procedure e dei regolamenti, all'ottusità e all'invidia vicendevole all'interno del corpo. Una punta di sarcasmo la si tocca quando Gunny finisce con il mitra un nemico moribondo, e gli ruba cinicamente il sigaro dal taschino come se nulla fosse.
Il finale è coi fuochi d'artificio, con tanto di fanfara militare e bandierine, ma ci ha poi tanto esaltato questo film per il corpo dei Marines? Non direi. Se mai, viene elogiato un po' il coraggio e il cameratismo tra compagni d'arme. In fin dei conti, il protagonista non è né simpatico né antipatico, e anche i Marines hanno luci ed ombre.
Per il resto, devo dire che è realizzato bene: buona regia, bravi attori, ritmo sostenuto, scene di combattimento interessanti, una solidità d'insieme. In generale, Clint non ha deluso.
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