Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Nel titolo originale la chiave di lettura. Heartbreak Ridge è il luogo dell'eroismo del protagonista interpretato da Clint Eastwood. Senza flashback, o ricorsi continui a quel episodio, il fantasma del suo passato bellico è costante e catalizzante in tutto il film. Il titolo italiano chiaramente porta via buona parte dell'intenzione autoriale. Girato in piena epoca machista - siamo in zona Reagan - e successivo a Platoon, ma precedente e anticipante Full Metal Jacket, il film ha i suoi punti di forza nell'idea costitutiva del film stesso e nelle scelte registiche di un autore a tutto tondo quale è il nostro Eastwood. Con dialoghi pieni di testosterone, cameratismo omofobico che nasconde in realtà il bisogno di una omosessualità nascosta dalle parole, ma evidenziata dai pruriti e dall'estetica del film stesso tesa a mostrare i corpi con certa insistenza ambigua, Gunny non è un film pro-bellico o pro-arruolamento. A dimostrarlo anche il distacco con cui il corpo dei Marines ha accolto il film: una cattiva pubblicità, al contrario invece di Top Gun. Infatti in Gunny non c'è traccia della celebre retorica militare, e il saluto di Eastwood alla bandiera americana è qualcosa di più personale che l'esaltazione patriottica che certo non manca nel film, ma che ha una cifra inferiore rispetto all'irriverenza e alla critica del mondo militare. Il racconto cinematografico è qui paratattico, chiuso nei topoi del genere bellico, che il regista scardina e usa a suo piacere, infrangendo appunto la retorica cinematografica dell'arte e dell'onore militare. Gunny è un duro, e i suoi turpiloqui sono esasperatamente divertenti, e mascherano la fragilità di un uomo incompleto, che cerca l'amore senza aver chiaro cosa sia, avendo passato la vita a combattere. Il credo dei Marines e del sacrificio militare diventa così deterrente per una sana vita famigliare, sessuale e sociale, per non dire civile. Magari non sarà un pamphlet contro la guerra, ma la riottosità del corpo dei Marines all'uscita del film e l'irriverenza, la critica, l'osteggio che emergono dalla scarna narrazione sono segnali di un antimilatarismo per nulla criptato. In più, anche se per molti il tema della morte in Eastwood arriva davvero solo con il prossimo film, Bird, per diventare il tema cardine del regista in futuro, qui in Gunny quella boccata di sigaro a guerra finita, davanti alla morte di un suo soldato, è un'amara e arrabbiata ultima consolazione. Consolazione perchè da Bird in avanti i toni si faranno pessimi. Lucidi, ma pessimi.
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