Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Il sergente Gunny è un duro. Ma un duro coi controcazzi. Fornito di una dialettica da urlo, è uno della vecchia scuola dei Marines. Uno che la guerra l’ha fatta veramente e che cerca di insegnare ai suoi ragazzi come sopravvivere. Come portare il culo a casa.
Eastwood è impeccabile nella parte. Squadrato, tosto, impassibile.
Pieno di valori patriottici e militari. Pieno dello spirito guerrafondaio che contraddistingue i veri soldati.
La guerra è il loro compito, la vittoria il loro scopo.
Ma Clint realizza un film che, in realtà, non è militarista.
E’ una presa in giro della concezione della guerra e dei soldati negli anni ottanta, quando si preparavano persone a combattere anche se non c’era nessuna guerra in giro.
O meglio ci si preparava e poi qualche guerra la si trovava.
La situazione era però molto diversa da quella della Corea e del Vietnam.
Clint rappresenta chi la guerra l’ha vissuta in prima persona e da questa (e non da scuole o accademie) ha imparato come sopravvivere.
I suoi ragazzi e tutto l’ambiente che ha intorno, al contrario, sono chiusi in una sorta di grande simulazione, dove le persone, più che esserlo nell’animo, giocano a fare i soldati.
Il film stupisce per le sue aperture comiche, per alcune situazioni surreali (come quando un tenente deve telefonare alla base per ordinare un attacco e la centralinista gli chiede la carta di credito) e per le scene in cui Gunny si rapporta con l’altro sesso.
Autoironici i momenti in cui leggendo riviste femminili cerca di capire come parlare ad una donna, lui che è maestro nell’arte dell’insulto e della battuta volgare.
Insuperabili i momenti in cui mostra le sue doti da duro.
Un film a due facce, dopotutto. Che ci fa vedere la falsità e la stupidità della guerra senza però danneggiare lo spirito di quelli che l’hanno combattuta veramente e sono rimasti vivi. Di quelli che attraverso la disciplina sono diventati uomini e sono cresciuti.
La vecchia scuola, dicevamo.
Di quelli che bevevano benzina e poi pisciavano napalm.
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