Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Un eroe di guerra pluridecorato viene assegnato ad un reparto indisciplinato dei marines per rimetterlo in riga. Io a Gunny non riesco proprio a volere troppo male, per lo meno non quanto ne voglio ad altre opere dalle tinte ideologiche simili di quegli anni (Top Gun, Rambo III, ecc.). Merito del tono leggero e dell'aver accentrato il novanta per cento dell'attenzione sul protagonista: Eastwood in uno dei ruoli più azzeccati di tutta la sua carriera da attore, con un irresistibile ed incessante turpiloquio che dissacra qualunque cosa appaia a schermo. Anche l'ultima mezz'ora, quella più tediosa, è talmente sincera nel suo militarismo da fattoria texana da fare più tenerezza che altro. Poi ad ogni nuova visione, una volta comparsi i titoli di coda, si riaccendono i neuroni ed arrivare alla sufficienza risulta semplicemente impossibile: una propaganda guerrafondaia senza vergogna, folle, con anche punte di ruffianeria verso il governo Reagan (scena chiave: i marines che tornano a casa e trovano una folla calorosa ad accoglierli, con Eastwood che fa notare come nelle sue missioni precedenti ciò non si verificasse). Ogni tanto, forse, fa bene ricordare che gli anni '80 furono anche questo.
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