Regia di Alejandro Agresti vedi scheda film
Alex va ad abitare in una suggestiva casa sul fiume, fuori Chicago. E trova una lettera dell’inquilino precedente, Kate. Risponde, ma a poco a poco i due corrispondenti scoprono di vivere in due anni diversi: lui nel 2004, lei nel 2006. Pertanto è lui ad essere in realtà l’inquilino che l’ha preceduta. I due continuano a scriversi, e si innamorano, cercando un escamotage per scavalcare la barriera temporale. L’idea centrale di questo film (remake del coreano Il mare) era suggestiva, quasi un concentrato del senso del melodramma, sospeso tra tempo ed eternità: dal Ritratto di Jeannie a Peter Ibbetson, a Se mi lasci ti cancello di Gondry. Scritta con discreta perizia prima di incartarsi inevitabilmente tra i piani temporali, la versione americana è stata affidata a un non geniale regista argentino, che allaga il tutto di canzoni (fino a Paolo Conte), ma riesce a tratti a fare in un piccolo canto d’amore per Chicago, patria dell’architettura visionaria del ’900. Ma il vero paradosso temporale che rende interessante il film è la coppia centrale di attori, che si ritrovano insieme dopo Speed (1994) e sembrano voler tornare indietro, a quando lei era ancora una diva e lui non ancora incellofanato dalla saga di Matrix.
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