Regia di Pernille Fischer Christensen vedi scheda film
Un rapporto di bizzarro vicinato esaminato al microscopio, in cinque segmenti: Charlotte, in crisi con il suo compagno, si è appena trasferita e non sa cosa vuole. Veronica in realtà è Ulrik, transessuale in (drammatica) attesa di operarsi, vive con la cagnetta Miss Daisy, si prostituisce occasionalmente e vive barricata in casa, a parte qualche rara visita della madre (il resto della famiglia ha tagliato con lei). Con una freddezza e un realismo che non rincorrono neanche per un momento la tentazione del voyeurismo, tutto si gioca in due appartamenti e quattro personaggi. Il film della danese Pernille Fisher Christensen, è fatto di sospensione. Della credulità, delle scelte sessuali, delle decisioni e della voglia stessa di prenderle. Il titolo è metadiscorsivo, rimanda al ritmo, dilatato, quasi circolare, e all’interazione emozionale che s’instaura (tra e) con i due protagonisti. Due anime fragili come lo sono quelle dei veri forti, alla ricerca, difficilissima, di ciò che le sceneggiature migliori possono solo suggerire, come in questo caso. Eccezionali i due interpreti, cui è affidato un tour de force nevrotico ad altissimo rischio. Premio della Giuria a Berlino 2006.
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