Regia di Kurt Wimmer vedi scheda film
A prescindere dalla considerazione “clonazione si, clonazione no”, sin dalle prime immagini di questo film (?) le domande che ci si pone sono ben altre…
La storia è ambientata in un prossimo futuro in cui l’umanità è in guerra per difendersi dagli “emofagi”, vampiri vittima di un esperimento militare finito male per mezzo di un virus del sangue. A combattersi l’un l’altro vi sono i residui emofagi resistenti, capeggiati dalla bella Violet, e la “classe medica”, una casta di scienziati senza scrupoli, dominata da un tremendo Vice Cardinale. In mezzo a loro si troverà per caso un bambino, frutto anch’egli di un esperimento.
I titoli dell’inizio del film, sui quali si susseguono una serie di copertine da fumetto, fanno ben sperare, perché hanno un evidente richiamo al genere manga, anche se il fumetto Ultraviolet non esiste. Ma per chi già conosce il regista Kurt Wimmer, autore del fantascientifico Equilibrium (2002), sa benissimo che lui lavora moltissimo per immagini (i combattimenti di Ultraviolet sono mozzafiato, oltre che le ambientazioni fra Shanghai e Hong Kong) a forte discapito della sceneggiatura. Non è un caso che Violet, all’inizio del film, ammetta: “In un mondo che gli spettatori potrebbero ‘non capire pienamente’. Una sorta di scusante da parte della sola protagonista o di chi ha pensato, prodotto e girato il film?
E’ fuor di dubbio che la protagonista, Milla Jovovich, è un personaggio molto fedele a quello delle eroine cyborg o mutanti: è evidente l’intero anno di addestramento a cui si è sottoposta. E’ lei e la sua bellezza ciò che rimane del film, grazie alla sua presenza in ogni inquadratura. Nient’altro. Anche il messaggio pretestuoso del film, tra manipolazioni genetiche e scienziati maniaci, finisce alla fine per rimanere nascosto nelle pagine di una sceneggiatura abbastanza sufficiente.
Insomma, se qualcuno non ha mai visto Aeon Flux, Underworld, ma anche Matrix (e chi ne ha, più ne metta…), Ultraviolet è senz’altro il film che ruba molte scene simili ai film citati, le rimpasta, ecc. Alla fine l’effetto è quello di un semplice e insaporito minestrone.
Giancarlo Visitilli
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