Regia di Aleksandr Sokurov vedi scheda film
Arduo, ostico, ermetico, simbolico, noioso. Perché vedere un film del genere? Prima di tutto una sana dose di autolesionismo cinefilo poi la curiosità e l'onestà intellettuale di mettersi sempre in discussione, affrontando (anche) le forme artistiche più lontane da una normale percezione e/o classificazione razionale. Sokurov ci porta in un abisso in disfacimento politico, visivo, sonoro e sociale senza redenzione e senza guida. Si può pensare alla maniera ma non è corretto secondo me, non è rispettoso per un autore (all'epoca trentasettenne e non ancora osannato) che scompone in mille pezzi il materiale cinematografico con una maestria notevole, generando un caos controllato di una difficoltà, in tutte le fasi di produzione, enorme. La comprensione del soggetto è dunque secondaria (io non ho capito praticamente niente...) perché quello che conta è assecondare e lasciarsi condurre dalla mano del regista, in questi scenari apocalittici senza perdere la fiducia della sua visione. Magari ubriachi... No, scherzo!
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