Regia di Antonello Bellucco vedi scheda film
Padova, 1263. Nella basilica cittadina le masse di fedeli celebrano le spoglie di Antonio, morto nel 1231, e lì trasferite come da sua volontà. A ritroso, tramite il personaggio di Folco, ex ladro diventato frate e amico di Antonio, si ripercorre il cammino del nobile portoghese studioso di teologia e scienze umane, educato in patria dagli agostiniani e naufragato sulle coste siciliane nel 1221. Entrato nella cerchia di S. Francesco d’Assisi, dedito all’eremitismo, alla penitenza, a straordinarie opere di carità e a vigorosissime prediche contro l’usura esercitata anche dai più eminenti cittadini padovani. Grande sforzo di ricostruzione storica, decine di location, costumi e scenografie impeccabili in questa megaproduzione (sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali). Tutto a svantaggio della sceneggiatura, che affida alla voce off di Folco (Paolo De Vita, il più naturale del cast) quello che le immagini non riescono a trasmettere da sole, cioè le motivazioni, il senso e le difficoltà di un percorso spirituale così estremo. Non paga la scelta “realistica” di far recitare in portoghese Jordi Mollà, sopraffatto dalla verbosità di sermoni troppo “catechistici” e condannato alla monotonia di una piagnucolosa afflizione. Elegante ma freddo, come un polittico su commissione.
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