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I guerrieri della notte

Regia di Walter Hill vedi scheda film

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George Smiley

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La recensione su I guerrieri della notte

di George Smiley
10 stelle

"Guerrieeeeriiiii, giochiamo a fare la guerra?"

Nel 1979 Walter Hill, gran maestro del cinema d'azione, firmava il suo capolavoro seminale "The Warriors" tratto dal romanzo omonimo di Sol Yurick, moderno e distopico western metropolitano ambientato in una New York notturna e selvaggia dominata da decine di bande criminali, ognuna con i propri abiti e simboli distintivi. Sebbene ebbe un discreto successo commerciale, la pellicola come da regola ottenne il suo status di cult-movie col passare del tempo e contribuì all'affermazione del suo genere di appartenenza come dimostra il successo due anni dopo di un film molto simile per quanto riguarda ambientazione, atmosfere e persino caratterizzazione dei personaggi, ovvero il capolavoro carpenteriano "1997-Fuga da New York". Con una trama semplice che rimanda all'Anabasi dello storico ateniese Senofonte (i Guerrieri, così come i diecimila mercenari ellenici, devono tornare a casa attraverso territori nemici e difendersi dagli attacchi delle bande dei quartieri attraversati) così come all'Odissea di Omero (il lungo viaggio di ritorno irto di ostacoli; l'opposizione di una forza maggiore, ovvero la banda dei Riffs che crede i Guerrieri responsabili dell'assassinio del loro capo Cyrus; l'analogia tra la banda delle Lizzies e le sirene) Hill è libero di sbizzarrirsi nella descrizione dei vari gruppi di teppisti, crea tensione allentandola solo con qualche siparietto sapientemente dosato, riempie di cruda violenza le esemplari scene d'azione girate con qualche ralenty ben piazzato e un montaggio serratissimo, inonda i momenti al cardiopalma di musica rock ed elettronica e non rinuncia a dare il giusto spessore ai protagonisti, per i quali si finisce a fare il tifo nella lunga funga verso Coney Island. Il film è una lunga corsa a ostacoli senza attimo di tregua, in cui i nostri eroi avranno a che fare parimenti con attacchi frontali e imboscate: non tutti ce la faranno a tornare a casa sani e salvi e alcuni lasceranno la vita oppure la libertà nel viaggio attraverso la giungla d'asfalto. La cosa più impressionante di questo film è la capacità del regista di far calare lo spettatore nei panni di un gruppetto di delinquenti permettendogli di assumere il loro punto di vista e la loro mentalità, e questo è quanto mai evidente nella scena piazzata a circa tre quarti di film, quando i Warriors sono sulla metropolitana in procinto di arrivare alla loro meta, esausti a causa della lunga corsa: mentre per tutto il tempo si ha avuto l'impressione che la città di New York fosse essenzialmente divisa in sbirri e teppisti, con qualche raro avventore del mondo "normale", all'improvviso sulla metropolitana quasi vuota salgono due giovani coppiette vestite a festa, etichettabili come i classici "figli di papà" (fra cui vi è anche una giovane Debra Winger). Al silenzio dovuto alla stanchezza dei Guerrieri fanno da contraltare il loro cicaleccio allegro e le loro risate, fino a che non si accorgono dello sguardo severo del leader Swan (Michael Beck) e di quello incerto di Mercy (Deborah Van Valkenburgh). A questo punto mutano immediatamente atteggiamento e li fissano al tempo stesso con sufficienza per il loro aspetto trasandato e con preoccupazione per la paura di venire aggrediti e derubati o peggio. Mercy, innervosita, forse per non venire giudicata solo in base al suo aspetto trafelato e per gli abiti da poco, cerca di sistemarsi i capelli sfatti sulla fronte, ma Swan con un secco movimento del braccio glielo impedisce e fissa con aria di sfida i quattro rampolli, che preoccupati scendono dalla metro alla fermata successiva. In questa scena vi è la consapevolezza della propria misera condizione di vita, una vita vissuta all'ombra della delinquenza e nel degrado, ma anche la dignità di Swan che fa capire a Mercy che non ha nulla da nascondere o di cui vergognarsi. Non a caso questi sono i personaggi più interessanti del film, a cui fa da contraltare Luther (David Patrick Kelly).

Swan è colui che diventa strada facendo il leader dei Guerrieri: è autorevole e intelligente ma al tempo stesso giusto e responsabile, è conscio di poter aspirare a una vita migliore ma è anche fedele al suo ruolo e ha l'orgoglio del vero guerriero.

Mercy è la fidanzata del leader degli Orfani, banda di poco peso e di scarso valore: ha imparato ad arrangiarsi nella vita, a non chiedere niente a nessuno e a prendere ciò che può quando può. Rimane affascinata da Swan, che considera diverso dagli altri delinquenti, tanto da seguirlo fino a Coney Island.

Luther infine è il perfetto contraltare di Swan: violento, irrazionale, psicotico, si comporta come un cane rabbioso ed uccide o fa del male senza ragione o per puro divertimento. È lui che uccide Cyrus per poi dare la colpa ai Warriors, è lui che con i suoi uomini invade il loro territorio per sfidarli, è lui il primo a rompere la tregua fra le bande, è lui la causa scatenante di tutti i conflitti: la parte malvagia, irrazionale ed animalesca dell'essere umano.

"I guerrieri della notte" è uno dei manifesti del cinema d'azione degli anni '70, già proiettato nel decennio successivo grazie all'intraprendente regia e al senso del ritmo e dello spettacolo di Walter Hill e alla sua forza anarchica e primordiale.

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