Regia di Walter Hill vedi scheda film
“Un giorno nel futuro”, come dice una didascalia all’inizio, la storia dell’Anabasi si ripete: il boss Cyrus convoca nel Bronx nove rappresentanti disarmati di tutte le bande newyorkesi per stringerle in un’alleanza capace di prendere il controllo della città, ma viene ucciso; i Warriors, falsamente accusati dell’omicidio, devono rientrare a Coney Island, braccati sia dalla polizia sia dalle altre bande. Un film trascinante, iperrealistico, con una sfolgorante ambientazione notturna e con inquadrature che ogni tanto trapassano esplicitamente nel fumetto. Un frullato di generi che però poggia solide basi nella classicità: non c’è solo Senofonte ma anche l’Odissea, perché le stazioni della metropolitana, le strade, i parchi, non sono altro che le varie tappe di un viaggio irto di pericoli (anche quando mostrano un volto suadente, come le Lizzies-sirene). E alla fine, catalizzato dall’incontro con due coppie di giovani benestanti che suggerisce la possibilità di una vita diversa, resta solo il malinconico senso di vuoto che segue il compimento di un’impresa: “Guarda che posto di merda, e abbiamo combattuto tutta la notte per ritornarci”.
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