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I guerrieri della notte

Regia di Walter Hill vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I guerrieri della notte

di ethan
9 stelle

'I guerrieri della notte' o, molto più semplicemente, 'The Warriors' come recita il titolo originale, è un film che, nonostante le molteplici visioni, non perde mai il suo fascino ma, al contrario, vede crescere la sua fama di cult movie per più generazioni di spettatori.

I Guerrieri, una gang di Coney Island si reca nel Bronx per un raduno notturno organizzato da Cyrus (Roger Hill), il capo dei Gramercy Riffs: durante il suo discorso inneggiante tutte le bande organizzate di New York, viene ucciso a tradimento da Luther (David Patrick Kelly), il folle capo dei Rogues, il quale incolpa i Guerrieri; da qui inizia la vertiginosa fuga per il ritorno alla zona di appartenenza degli otto ragazzi superstiti, dato che il loro capo Cleon (Dorsey Wright) viene sopraffatto da appartenenti ad altre bande - non si capirà mai se sia realmente morto - inseguiti da tutti grazie al passaparola via radio, che documenta le fasi più salienti, e braccati anche dalla polizia. Dopo aver fronteggiato, perdendo per strada altri membri del gruppo, più gang in scontri all'arma bianca senza esclusioni di colpi, torneranno alla base per la resa dei conti finale sulla spiaggia quando ormai il sole splenderà già alto nel cielo.

Walter Hill adatta insieme a David Shaber il romanzo di Sol Yurick, che a sua volta prende spunto dall'Anabasi di Senofonte ma il film più che per le affinità con il testo greco o per la storia in sè, piuttosto semplice e lineare, vale per la riuscita commistione tra western urbano e action, per la messa in scena da urlo, per l'irrefrenabile forza del montaggio grazie al quale non c'è un solo attimo di respiro in tutta la pellicola, per la fotografia iperrealista di Andrew Laszlo che valorizza i coloratissimi costumi delle bande e dà a New York una luce spettrale e notturna in cui la città viene mostrata nei suoi aspetti più sordidi, come le lerce stazioni della metro, i cui vagoni sono tutti pressoché imbrattati da scritte, i vicoli e le strade illuminate da luci al neon, deserte ed anguste, dove ad ogni angolo può saltar fuori un pericolo, i parchi e i cimiteri che, contrariamente a quanto accade di giorno, diventano teatri per lotte e scontri di una violenza inaudita, coreografati in maniera magistrale e sottolineati anche da una felice scelta tanto delle canzoni, i cui testi evocano ed accompagnano le azioni che stanno accadendo, quanto dei pezzi unicamente strumentali.

Innumerevoli le sequenze da ricordare:

L'incipit dove, con un sapiente uso del montaggio alternato, di dialoghi brevi e veloci inquadrature, facciamo la conoscenza dei nove componenti del gruppo e in parte anche dei loro diversi caratteri, dal carisma di Cleon (Dorsey Wright), alla saggezza di Swan (Michael Beck), all'aggressività di Ajax (James Remar) e semplicemente ai volti di Fox (Thomas G. Waites), Cochise (David Harris), Snow (Brian Tyler), Cowboy (Tom McKitterick), Vermin (Terry Michos) e Rembrandt (Marcelino Sanchez), man mano che la metro si avvicina alla meta  - il Bronx - indicata sulla mappa e, nel contempo, vediamo 'sfilare' le altre gang, coi loro sgargianti vestiti.

Lo scontro, letteralmente al cardiopalma, con i Baseball Furies, concluso a calci e pugni in un parco, condotto da quattro guerrieri - Swan, Ajax, Cowboy e Snow - contro un numero soverchiante di 'nemici'.

Il 'tranello' teso dalle Lizzies a tre altri componenti della banda - Rembrandt, Cochise e Vermin - presentatisi in anticipo all'appuntamento alla fermata di Union Square con gli altri compagni e ingannati dalle avances delle ragazze che, in realtà, li vogliono eliminare, sulle note di 'Love is a fire'.

La battaglia con i Punks, nei bagni della sotterranea: il migliore in assoluto per pathos nonché il più violento e certamente il più complicato da dirigere, in quanto formato da un alto numero di inquadrature veloci, inframmezzate da un efficace utilizzo del ralenty, dosato con parsimonia dall'autore nel corso del film.

Il regolamento di conti finale sulla spiaggia di Coney, introdotto dalla famosa cantilena ''Guerrieri, giochiamo a fare la guerra'' (in originale ''Warriors, come out to play'') dello psicolabile Luther, che perde la 'sfida' con il capogang rivale Swan e viene soppresso dai sopraggiunti Riffs che, avendo scoperto la verità, circondano lui e i suoi compagni, lasciando via libera ai Guerrieri, definiti leali dal nuovo capo Masai, a cui ribatte Swan, affermando ''I migliori''; i sei Guerrieri rimasti, con l'aggiunta della ragazza Mercy (Deborah Van Valkenburgh) possono finalmente godersi il sole e la spiaggia di Coney Island, accompagnati dalla canzone 'In the City'.

Non eccelsi gli interpreti, in gran parte ricordati quasi unicamente per i ruoli in questo film ma comunque funzionali ai loro ruoli e ancor più alla coralità dell'opera.

Un film epocale, tra i capolavori di Walter Hill, maestro della 'contaminazione' tra i generi.

Voto: 9.

 

 

 

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