Regia di Dan Mintz vedi scheda film
Di questo film salvo solo i momenti di tensione, sono resi in maniera ottima. Sotto questo, e soltanto questo, punto di vista la pellicola merita persino di essere vista. Per chi ama la suspense non ci saranno delusioni. Tutto il resto però è da dimenticare. La trama non regge da nessun punto di vista, tutti i protagonisti malgrado i forti rischi si ostinano a proseguire da soli le indagini senza chiamare la polizia e recandosi, per giunta, in posti assolutamente isolati e pericolosi. Non si capisce come la telecamera dell'assassino riesca a riprendere tutto senza nemmeno provocare il minimo sospetto (ribadiamo che il pedinamento avviene spesso in posti isolati e, dunque, silenziosi), non si capisce come si faccia a lasciare il finale aperto visto che l'unico assassino possibile è, ammesse comunque parecchie licenze alla sceneggiatura, proprio quello che viene arrestato e non si capiscono tante piccole e grandi cose. Ad esempio, come cavolo fa la telecamera dentro l'oblò della lavatrice a restare ferma e orizzontale mentre la centrifuga è in movimento? Come fanno poi a rapire la giornalista in un ambiente simile? E non parliamo di quanto sia inverosimile e irritante la figura del cameraman che riprende praticamente tutto senza che nessuno lo riempia di calci nel sedere. Insomma è un film finalizzato all'intrattenimanto puro e quando uso questo termine intendo dire che occorre disattivare tutti i neuroni, tutti. Se ci si pone una domanda, che sia una, la frittata è fatta. Non si capisce nemmeno se la Sciorra sia scarsa a recitare o solo totalmente spiazzata da una parte senza senso. Vederla così inespressiva mentre un assassino le sta dietro, lascia pensare due cose: o il regista le ha chiesto di non assumere espressioni per evitare di dare un qualche senso alla narrazione che poi avrebbe richiesto coerenza narrativa oppure è capra lei. Ai posteri l'ardua sentenza.
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