Regia di Sydney Pollack vedi scheda film
Gli ultimi film prodotti o diretti da Sydney Pollack (Il paziente inglese, Destini incrociati, The Interpreter?) non sono all?altezza di ciò per cui lo amiamo (Tootsie, Yakuza, Corvo rosso non avrai il mio scalpo, I tre giorni del Condor) ma va detto che il nuovo lavoro, questo documentario dedicato a uno dei più geniali architetti del mondo, riconferma la sua entusiasmante intelligenza e la sua sensibilità di cineasta. Curiosa la genesi. Lo stesso Frank Gehry si presenta a Pollack chiedendogli di realizzare un film su di lui. Il regista risponde di non sapere nulla di architettura e di non aver mai girato un documentario. «Per questo sei la persona giusta», risponde l?architetto, che nel lungometraggio viene raccontato dagli amici artisti (tra i quali il randagio Julian Schnabel) quasi come il protagonista di un fumetto. Pollack è uomo troppo curioso e colto per non appassionarsi totalmente all?arte di Gehry, alla sensualità dei suoi giochi di luce, all?immensa bellezza del Guggenheim di Bilbao, ma nel documentario c?è spazio anche per gli aneddoti. Alcuni francamente gustosi, come quello riportato da Charles Jencks, altro architetto. Un giorno che Gehry si accorse di non avere abbastanza luce in bagno per potersi radere, prese un martello e si aprì un piccolo lucernaio nel tetto. Poi si fece la barba. Pollack irrompe sulla scena insieme al suo protagonista, gli gira intorno con la camera digitale in mano, cerca di capire una materia di cui appunto non sa nulla. L?impianto del documentario è tradizionale (con le interviste a incastrarsi in un percorso lineare), non siamo al cospetto di Werner Herzog e della sua non-fiction. Tuttavia l?aspetto didattico dell?operazione era nelle intenzioni dell?architetto committente e del realizzatore. La fluidità dei discorsi, l?eccezionalità delle creazioni di Gehry, la libertà antiaccademica della sua architettura rendono questo Creatore di sogni un film molto piacevole e... istruttivo.
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