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Ombre nel paradiso

Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film

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La recensione su Ombre nel paradiso

di mm40
6 stelle

Kaurismaki tratteggia con colori vivaci e in un'atmosfera solare due figure di assoluta disperazione, giunte a una tormentata rassegnazione per quanto riguarda i propri sogni di realizzazione o semplicemente di una vita migliore, una qualsiasi, ma decente. Perchè quella attuale è realmente brutta: noiosa, ripetitiva, solitaria, senza alcuna speranza di cambiamento e soprattutto completamente priva di stimoli; è proprio per sfuggire da questo mesto e grigio scenario che si concretizza la fuga finale: qualsiasi altra realtà non sarà certamente peggio. Non può. E più che una storia d'amore, più che di una coppia si può parlare di una solidarietà umana, di un'unione fra solitudini, dapprima forse un po' forzata, convenzionale, ma poi sincera e convinta: perchè il grande amore è solo nelle fiabe, mentre nella vita la banalità con cui i giorni ci sfuggono di mano è agghiacciante. Questo è il mondo di Kaurismaki, anche sceneggiatore (e interprete, in un cameo hitchcockiano, del receptionist di un albergo), un paradiso decadente (decaduto, per meglio dire) in cui gli esseri umani sono soltanto ombre, spettri, tormentati da un cinismo e da un fatalismo oramai interiorizzati che impediscono loro perfino di sorridere (quando, verso la conclusione, Ilona accenna un sorriso, enigmaticamente Nikander rimane impassibile dietro i suoi occhiali scuri, protezione fittizia da un mondo violento e irriconoscente). Ombre nel paradiso è un film corto, di soli settanta e pochi più minuti, dotato però di buon ritmo, che utilizza solamente musiche diegetiche (effettivamente provenienti dalla scena: da una radio, da un'orchestra, da un giradischi), con scarsi dialoghi e una costruzione impeccabilmente lineare della trama e psicologicamente ineffabile dei personaggi: tutta farina del sacco di Kaurismaki, qui neppure trentenne, ma già al terzo lungometraggio e fiero narratore di un cinema laconico, proletario, esistenziale. E solido, ormai codificato e destinato a durare a lungo: la fuga finale via nave è un chiaro esempio di ciò; così come - leggendo fra le righe - la sensazione di poter prendere in pugno la propria vita da un momento all'altro, compiendo finalmente una scelta che sia una, aggrappandosi alla facoltà di decidere propria degli esseri umani. Il duo centrale di protagonisti è quello che più lavorerà con il regista: il suo feticcio Matti Pellonpaa (che era anche nei due precedenti film di Kaurismaki) e Kati Outinen (che invece qui compare per la prima volta in una sua pellicola). 6,5/10.

Sulla trama

Non più giovani e ormai rassegnati a una vita ripetitiva e priva di stimoli, un operaio della nettezza urbana e una cassiera di supermercato cominciano a uscire insieme. All'inizio è solo una maniera per sconfiggere la solitudine, ma piano piano l'amore cresce fra i due, che, dopo una serie di disavventure (lei viene licenziata, lui viene aggredito per strada), decidono di fuggire insieme, per nave.

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