Regia di George Lucas vedi scheda film
Non so se è così per tutti quelli che amano il cinema.
Esiste, o almeno per me è esistito, un momento in cui la passione per la settima arte ha fatto il salto di qualità, il momento in cui incontri un film particolare che ti fa capire che il cinema è qualcosa di grandioso e di imprescindibile per la tua vita, una visione in seguito alla quale niente sarà come prima, nemmeno lo spirito con cui entri in sala.
Quel momento per me arrivò nel 1977, quando mi accompagnarono al cinema a vedere Guerre Stellari. Fu così che un ragazzino timido e studioso con una grande passione per la storia, i romanzi di Giulio Verne ed i fumetti capì che nella sua vita da quel momento ci sarebbe stato posto per almeno altre due passioni: la fantascienza ed il cinema.
Quel regista era riuscito a portare sullo schermo tutto quello che io speravo di vedere in un film: avventura, azione, amore, amicizia, la lotta dei buoni contro i cattivi, il bene che trionfa sul male.
Ci sono scene che sono entrate in quello che definisco, non so quanto il termine sia adeguato, il mio “immaginario di base”; una per tutte: Luke Skywalker che contempla il tramonto del doppio sole che illumina Tatooine mentre la musica di John Williams avvolge il tutto con i suoi toni struggenti.
Sembrava tutto così perfettamente congeniato e non avevo la benché minima idea di quale lavoro ci fosse stato alla base di quella pellicola. Lo avrei scoperto anni dopo, leggendo e raccogliendo informazioni su quel film che aveva, ed ha tuttora, un significato assolutamente particolare per me.
L'Eroe dai Mille Volti
in principio c'era una storia. Una storia confusa che George Lucas aveva elaborato sulla base delle sue passioni giovanili, una vicenda intricata dove era possibile trovare richiami a opere letterarie e cinematografiche. In particolare sono stati messi sovente in risalto i punti di contatto con La Fortezza Nascosta, opera di Akira Kurosawa del 1958.
In realtà il Giappone feudale fornì più di uno spunto al giovane Lucas per elaborare il suo universo immaginario: pensiamo ai Jedi. Il termine deriva da Jidai Geki, ovvero il genere cinematografico e teatrale ad ambientazione storica, e il periodo di riferimento è proprio quello del Giappone dei Samurai.
Le prime stesure come detto erano estremamente confuse, sovrabbondanti. Leggendole ci si stupisce come da una simile base Lucas sia arrivato a una vicenda scorrevole ed avvincente come quella che ha affascinato milioni di spettatori.
Una svolta nella costruzione della sua creatura Lucas la realizzò con la lettura del libro L'Eroe dei Mille Volti, opera dell'antropologo Joseph Campbell.
Lasciamolo spiegare allo stesso regista: “Fu curioso, perché leggendo L'eroe dai mille volti, iniziai a rendermi conto di quanto la mia prima bozza di Guerre stellari richiamasse temi classici; sembra che questi profondi elementi psicologici siano presenti in tutti, e che lo siano stati per migliaia di anni; del resto la psicologia umana non è cambiata di molto. Qualunque sia la struttura mentale, le cose non cambiano. Così ho modificato la successiva bozza di Guerre stellari sulla base di ciò che avevo imparato sui temi classici, per darle un po' più di corpo.....” (tratto da Guida completa a Star Wars: da Guerre Stellari a La Minaccia Fantasma 1999)
Campbell aveva evidenziato come le mitologie delle varie parti del mondo presentassero elementi di comunione, anche tra civiltà molto distanti geograficamente. Nei suoi studi parla di un viaggio dell'Eroe: "…non è esagerato dire che il mito costituisce il passaggio segreto attraverso il quale le inesauribili energie del cosmo penetrano nelle forme della cultura dell'Uomo... Il Viaggio dell'eroe mitologico può avvenire anche materialmente ma quest'aspetto è irrilevante. In realtà il Viaggio è fondamentalmente un evento interiore, un viaggio verso profondità in cui oscure resistenze vengono vinte e resuscitano poteri a lungo dimenticati per essere messi a disposizione della trasfigurazione del mondo... Il periglioso viaggio non ha per scopo la conquista ma la riconquista, non la scoperta ma la riscoperta. L'eroe è il simbolo di quell'immagine divina creativa e redentrice che è nascosta dentro ognuno di noi e che aspetta solo di essere trovata e riportata in vita" (J. Campbell, L'Eroe dei mille volti, 1958)
Con questi elementi è facile dunque comprendere l'entusiasmo che Guerre Stellari scatenò fra gli adolescenti: quello che vedevamo sullo schermo era un favola, bellissima e ambientata in un universo fantastico, ma pur sempre una favola. Lucas ci portava a quelle storie che ci avevano affascinato da bambini, e ora che eravamo più grandicelli trovavamo la realizzazione dei nostri sogni d'avventura nella vicende di Luke Skywalker della Principessa Leia Organa e di Han Solo.
Del resto in quale modo comincia il film? “Tanto tempo fa in una galassia lontana lontana....”
Riferimenti ad altri miti
Se di una certa influenza cinematografica si è parlato più sopra, sono numerosi i riferimenti letterari che lo spettatore attento (e dotato delle giuste conoscenze) riesce a cogliere.
Influenze che non ha sempre Lucas ha ammesso dichiaratamente.
Il primo rimando che personalmente colsi fu alla celebre Trilogia della Fondazione di Isaac Asimov, forse anche perché ne ero fresco di lettura (fu il regalo di Natale di quello stesso anno che vidi al cinema Guerre Stellari). Cronache della Galassia, Il Crollo della Galassia Centrale e L'Altra Faccia della Spirale.
Spesso si ci è scagliati contro l'eccessiva libertà di traduzione o addirittura l'invenzione di titoli ex novo, ma in questo caso i titoli italiani, ancorché assolutamente non conformi agli originali, risultano talmente suggestivi da essere perdonati.
Asimov (che dichiaratamente si ispirò alle vicende finali dell'Impero Romano) parlava di un impero galattico benefico dispensatore di prosperità destinato a crollare sotto il suo gigantismo. E di un personaggio inquietante, il Mule, dotato di straordinari poteri psicologici e mosso da un desiderio di potere che lo porteranno a conquistare la galassia trovando unico ostacolo in una leggendaria Seconda Fondazione, ultimo faro di civiltà rimasto dal vecchio impero.
Inutile dare troppe spiegazioni, le analogie credo che saltino agli occhi di tutti (da un lato tra il Mule e Darth Fener, e dall'altro tra membri della Fondazione e i Cavalieri Jedi).
Sicuramente tra i riferimenti di Lucas ci fu anche Il Signore degli Anelli, in particolare la figura di Gandalf, portatore di una antica sapienza, è molto simile a quella di Obi Wan Kenobi. Del resto anche nell'opera di J.R.R.Tolkien il male si presenta come un qualcosa di molto seducente per le infinite possibilità che può offrire ai suoi adepti (Saruman cede in un certo senso al lato oscuro....).
E sia per Asimov che per Tolkien siamo nell'ambito di una trilogia.......
Che la Forza sia con Te
“May the Force be with you” è la frase simbolo della saga di Star Wars. La dice Han Solo a Luke quando questi sta per affrontare la battaglia decisiva.
La Forza è il concetto base attorno a cui ruota la filosofia dei Cavalieri Jedi, un'aura che permea ogni essere vivente della galassia, percepire la forza significa entrare in armonia con l'universo. La Forza è come una lampada che illumina la via nelle tenebre, che ci permette di vedere oltre i nostri sensi.
Una delle cose che ho apprezzato di questo primo film, non da subito a dire il vero ma dopo aver visionato l'intera saga (tutti visti al cinema e in prima visione), è il fatto che non vengono date spiegazioni dettagliate sulla Forza, le indicazioni che abbiamo da Obi Wan e anche da Darth Fener ci lasciano solo intuire cosa possa essere. Tutte le spiegazioni arrivate successivamente (soprattutto nella seconda trilogia), in certi casi alquanto concettuose, hanno a mio avviso fatto perdere molto del fascino che avvolgeva questo elemento della storia.
La Forza non è comunque solo bene, positività. Esiste un lato oscuro che può attrarre e distruggere chi non ha le giuste doti morali. Solo chi ha la padronanza delle proprie emozioni e sa come non frasi sopraffare da quelle negative può evitare il lato oscuro.
Ricollegandosi a quanto detto sopra quando si è parlato della mitologia, Lucas introduce un elemento che mutua da filosofie e religioni. Il concetto della contrapposizione e al tempo stesso della contiguità tra bene e male è ritrovabile in molte culture.
Credo sia estremamente significativo il fatto che in un film che dovrebbe essere di fantascienza (ed infatti io non l'ho mai considerato tale, o almeno non soltanto un film di fantascienza) l'elemento centrale non consta nella tecnologia ma in un concetto filosofico come questo.
Per quanto sia potente la scienza, per quanto siano perfezionate le astronavi e le armi, solo chi ha la conoscenza di essa può davvero trionfare.
Emblematica la scena dell'attacco alla Morte Nera. Luke Skywalker inseguito nel tunnel dai caccia nemici cerca disperatamente il punto in cui scoccare il colpo che può distruggere la mostruosa creazione dell'Impero e sente la voce di Obi Wan: “Usa la Forza, Luke. Segui l'istinto, Luke. “
Meglio come regista che come critico
La frase non si riferisce a George Lucas ma a Brian De Palma. Lucas, una volta ultimato il lavoro, decise di mostrarlo in anteprima ad un gruppo di amici registi per averne un parere. Sembra incredibile quello che accadde perché la delusione fu quasi unanime e la pellicola venne criticata. Tra i detrattori più feroci proprio Brian De Palma che massacrò il lavoro dell'amico senza pietà, definendolo ridicolo.
Quasi unanime...infatti tra i presenti ci fu chi apprezzò: Steven Spielberg. Il quale pronosticò un successo di almeno venti milioni di incassi (furono in realtà molti di più).
E non è decisamente un caso che il regista di Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo e di E.T. (nonché produttore dei Goonies) si sia entusiasmato alla visione di Guerre Stellari.
Per apprezzare quel film ci voleva l'animo di un fanciullo, e Spielberg ha saputo raccontare storie fantastiche con l'entusiasmo di un adolescente.
Riscoprire il fanciullino
E qui arriviamo alla conclusione di questa digressione dedicata a un film così importante (almeno per me): ogni volta che vedo sul piccolo schermo quelle immagini e ascolto la splendida musica di John Williams (altro elemento fondamentale per il successo della nostra pellicola) è come se salissi su una macchina del tempo. Mi ritrovo in quella sala e rivivo quello stupore. Ci sono film che per le loro qualità artistiche sono considerati patrimonio culturale. Non so se Guerre Stellari possa ambire a tanto, ma sicuramente resta per me e per molti come me un patrimonio del nostro animo. E non credo che esista riconoscimento più bello per un film.
Tanto tempo fa in una galassia lontana lontana....
È un periodo di guerra civile. Navi spaziali Ribelli, colpendo da una base segreta, hanno ottenuto la loro prima vittoria contro il malvagio Impero Galattico.
Durante la battaglia, spie Ribelli sono riuscite a rubare i piani segreti dell'arma decisiva dell'Impero, la MORTE NERA, una stazione spaziale corazzata di tale potenza da poter distruggere un intero pianeta.
Inseguita dai biechi agenti dell'Impero, la Principessa Leila sfreccia verso casa a bordo della sua aeronave stellare, custode dei piani rubati che possono salvare il suo popolo e ridare la libertà alla galassia....
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