Regia di George Lucas vedi scheda film
In principio fu questo quarto episodio a scaldare i cuori, quando fece la sua comparsa nel remoto 1977. Quarto episodio della magniloquente saga ideata da George Lucas, “Guerre stellari” (successivamente arricchite dal sottotitolo “Una nuova speranza”) è certamente il capitolo più, se così si può dire, leggero, grazie ad una trama più di formazione e meno delirante (se si sono già visti i tre capitoli precedenti, qualcosa si capisce), e con una macchina di effetti speciali meno fragorosa e abbondante del solito (causa budget) che dona al racconto più umanità. Siamo sempre tanto tempo fa, in una remota galassia lontana, e sono trascorsi quasi vent’anni dal terzo capitolo. L’impero è ormai stabile, nonostante siano più frequenti e rumorose le manifestazioni di ribellione da parte dei rivoltosi. Tra loro c’è la principessa Leila, membra del senato, che viene fatto imprigionare dal malefico Darth Vader (che poi è suo padre, ma lei non lo sa, e manco lui, forse…), la quale viene liberata poi da un minuscolo plotone guidato dal vecchio Obi-Wan Kenobi, già cavaliere jedi ed ora eremita, e composto dal giovane Luke Skywalker (che poi è fratello di Leila, ma non lo sanno, dunque figlio di Darth Vader…), dall’avventuriere mercenario Han Solo e da due fedeli robot. Uno dei buoni morirà durante uno scontro con Darth Vader (una rivincita dal terzo capitolo), ma dopo altri duelli, la guerra finirà e il Bene tornerà a comandare. Fino a quando? Una ricchissima macchina narrativa, zeppa di citazioni al cinema del passato, ai fumetti, all’arte e alla letteratura, rende “Guerre stellari” uno dei film più interessanti del decennio, anche perché ridona linfa ad un genere e lo farcisce con rimanda a tutti gli altri generi cinematografici, dalla commedia all’animazione, dal thriller al melò (impossibile non piangere alla morte di Obi-Wan Cenobi). Scoperta la chiave per entrare nel cuore degli spettatori (e far loro spendere quattrini), Lucas e compagnia continueranno nel narrare l’epica saga, ma il livello raggiunto in questa puntata, l’equilibrio tra esigenze autoriali e pretese del pubblico, l’armonia tra realtà umana e realtà virtuale, non sempre li riusciranno. Musiche memorabili e ridondanti, che si sono beccate un meritato Oscar, così come le scenografie, il montaggio, i costumi e gli effetti visivi.
Memorabili e ridondanti, del sempre eccellente John Williams.
Voto: 7.
Nonostante Han Solo sia il personaggio più azzeccato, il nostro cuore batte per questo dolente e memorabile cavaliere jedi, ormai vecchio ma ancora vispo, disegnato con finezza e saggezza dal grande Sir Alec Guinness. Quando muore è impossibile non versare una lacrima.
Il malvagio imperatore, poco spazio in questa puntata, interpretato con potenza dall’altro colosso inglese della compagnia, il magnetico Peter Cushing.
La principessa Leila, ragazza determinata e forte, rappresentata con bravura.
Il personaggio più azzeccato di questa puntata, il simpatico e affascinante avventuriero dello spazio che manifesta aria da mercenario ma si reinventerà come eroe.
È Luke Skywaler, giovinotto interessante, che dopo le guerre stellari ha avuto poca fortuna, si dimostra diligente.
Entusiasta e coinvolgente.
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