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La guerra lampo dei fratelli Marx

Regia di Leo McCarey vedi scheda film

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La recensione su La guerra lampo dei fratelli Marx

di ilcausticocinefilo
10 stelle

 

Poco da fare: La guerra lampo (o Zuppa d’anatra che dir si voglia) rappresenta senza dubbio il massimo capolavoro cinematografico dei Fratelli Marx, nonché, per ovvia conseguenza, uno degli immancabili vertici della comicità in celluloide.

Un film ch’è un turbinio vertiginoso e travolgente di trovate, battute e deliri visionari spesso e volentieri assolutamente indimenticabili. Di più: un film così geniale e talmente in anticipo sui tempi (e sul Chaplin de Il grande dittatore) da aver inevitabilmente scontentato un po’ tutti all’epoca, tanto in patria (forse a causa d’un certo “insospettabile” cinismo ben poco ricevibile in piena Grande Depressione), quanto in Italia, dove il regime fascista lo vietò prontamente per via degli inequivocabili riferimenti sarcastici al Paese.

 

 

Harpo Marx, Zeppo Marx, Chico Marx, Groucho Marx

La guerra lampo dei fratelli Marx (1933): Harpo Marx, Zeppo Marx, Chico Marx, Groucho Marx

 

 

D’altronde, Duck Soup fonde magnificamente (e significativamente) satira antimilitarista, di costume e del potere, pura physical comedy “esageratissima” ed intraducibili giochetti verbali dell’intramontabile Groucho*, dando vita ad un caustico, scatenato e grandioso concentrato di gag che ha dell’incredibile e non guarda (giustamente) in faccia a nessuno, assestando scudisciate sarcastiche di qua e di là, nel farlo mettendo al bando (di nuovo, giustissimamente) ogni vigliacca ritrosia.

 

Stupisce, difatti, ancor oggi – si potrebbe anzi dire specialmente oggi, in virtù del proverbiale senno di poi – la precisione chirurgica della satira, la quale (in un periodo in cui le maggiori tragedie erano ancora di là da venire) accenna ad armi chimiche, massacri indiscriminati, future inevitabili guerre provocate dalla vanagloria, protervia, irrazionalità ed odio cieco di governanti squilibrati, retoriche revansciste ed “eccezionaliste” portate alle estreme conseguenze (“Viva, viva Freedonia, [così tanto] terra di coraggio e libertà” da essere pronta a lanciarsi in guerra senza pensarci due volte…), ponendosi l’obiettivo d’irridere senza mezzi termini la classe dirigente del tempo (o forse di ogni tempo…). In anticipo dunque non solo sulla Storia, e su Chaplin, ma anche per dire sul Kubrick de Il dottor Stranamore.

 

 

Groucho Marx

La guerra lampo dei fratelli Marx (1933): Groucho Marx

 

 

La pellicola, peraltro, complice la stringatezza dell’insieme, si giova d’un ritmo infallibile, grazie anche al contributo reso dal regista, il quale decide d’eliminare per la gran parte “gli intermezzi musicali, dare grande spazio alle [sensazionali] pantomime di Harpo, tenere a freno la logorrea di Groucho, [ed imprimere, in definitiva] alla storia un andamento tra il surreale e il demenziale” [F. Di Giammatteo] del tutto privo di momenti di stanca, ed anzi graziato da una serie pressoché infinita di invenzioni dalla comicità contagiosa (tra i tanti esempi possibili: memorabili la celeberrima sequenza dello specchio [che – per quanto non di per sé un’idea originalissima {una similare era già stata infatti inclusa da Max Linder in Seven Years Bad Luck, 1921} – viene qui portata alle estreme conseguenze con risultati da riso incontrollato] e il refrain riguardante una certa sedicente “auto presidenziale” capace di “viaggiare senza mai cambiare luogo”).

 

 

Louis Calhern, Harpo Marx, Chico Marx

La guerra lampo dei fratelli Marx (1933): Louis Calhern, Harpo Marx, Chico Marx

 

 

A questo punto, non è rimasto molto da fare se non ribadire come Duck Soup rappresenti l’apice totale e totalizzante della comicità dei Marx, in grado di confermarsi a quasi 90 anni di distanza un capolavoro senza se e senza ma, per di più ancora per molti versi attualissimo nelle sue stoccate satiriche.

Un capolavoro, per l’appunto, irresistibile ed esilarante, frenetico e dissacrante, un fuoco di fila di gag straordinarie, una satira senza peli sulla lingua, un degno esempio in definitiva di quel genere di comicità “genuinamente catastrofica”, precorritrice alta del demenziale, sorprendente nel suo riuscire a reinventarsi ad ogni nuova svolta. La guerra lampo è – in una battuta – una pietra miliare come già detto talmente esilarante da far sì che persino il più serioso degli spettatori quasi certamente non riesca a trattenersi dallo scoppiare in una sonora, salutare e ringiovanente risata. Hail, Hail Freedonia!

 

 

Groucho Marx, Margaret Dumont

La guerra lampo dei fratelli Marx (1933): Groucho Marx, Margaret Dumont

 

*  Scambio di battute “per i posteri”: - “Sono pronto a fare di tutto per evitare questa guerra.” - “Troppo tardi, ho già prenotato il campo!

[- “I’m willing to do anything to prevent this war.” - “It’s too late. I’ve already paid a month’s rent on the battlefield!”])

 

 

 

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