Regia di Jean Grémillon vedi scheda film
Un film che fila liscio come l’olio, al ritmo di un valzer della vita che è un delicato mélange di avventura e di buoni e cattivi sentimenti. Il mondo maschile e quello femminile vi appaiono separati e contrapposti, affacciati ai lembi di quella fessura che attraversa tutta la pellicola, ed è come la cresta di un’onda sollevata dalla tempesta: è il drammatico crinale su cui felicità ed infelicità si toccano, e la salvezza cammina in bilico sul baratro della rovina. Il temporale rappresenta l’incursione del destino, i suoi tuoni preannunciano e sottolineano le svolte della storia, che hanno sempre una valenza ambigua, e mai definitiva. Anche il fato, come noi, sembra indeciso, di fronte alle grandi scelte esistenziali, e ci tiene, così, sempre in sospeso tra speranza e timore, tra sollievo e delusione, come tra gli alti e i bassi di un mare burrascoso.
Deludente. Da un attore del suo stampo ci si aspetterebbe una performance di ben altro tenore.
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