Regia di Alberto Cavallone vedi scheda film
Uno dei film più considerati di Alberto Cavallone. Estremamente criptico, piuttosto improvvisato, montato senza criterio. Ma anche audace, oltraggioso, disgustoso (se può essere un merito) nella versione integrale. Un brutto porno d'autore, avanti lettera.
Sfuggita all'aggressione di tre maniaci, Silvia incontra Claudio (Claude Maran), un fotografo problematico che la soccorre, ospitandola poi a casa sua. Claudio ha un carattere burbero e maltratta le modelle che posano per lui, in particolare sembra accanirsi contro Daniela (Dirce Funari) che tratta come un oggetto, tenendola reclusa in una squallida stanza, ritraendola assieme a lattine vuote e in condizioni di igiene precarie. In un bar Claudio incontra Leda (Leda Simonetti), una ragazza rimasta senza fissa dimora a causa di un terremoto, che si offre come collaboratrice e, occasionalmente, anche come modella di nudo. A turbare gli equilibri del rapporto tra il fotografo e le tre donne, un giorno si presenta un uomo di colore (Joseph Dickson) il quale, con la scusa di cercare Silvia, finisce per restare ospite nella casa di Claudio.
Film girato in sette giorni, probabilmente sulla base di una sceneggiatura work in progress, con un budget risicatissimo e tre attrici disposte a recitare scene opprimenti, spesso al limite del buon gusto. Cavallone utilizza una colonna sonora priva di limitazioni copyright, probabilmente per contenere ulteriormente i costi di produzione, proponendo senza soluzione di continuità brani classici (con prevalenza per Toccata e fuga di Bach e New rag di Scott Joplin); ricicla scene di violenza, ma di pubblico dominio in quanto cronaca di guerra, che offrono orribili rappresentazioni: uomini bruciati vivi, fucilazioni, cadaveri spinti con ruspe in fosse comuni. Il contenuto del film, montato in maniera schizofrenica e incoerente, sfugge a un'interpretazione logica. La storia, di tipo surreale, non segue un percorso lineare, i personaggi passano da un set all'altro senza continuità e i dialoghi non aiutano a rendere più fruibile un prodotto che resta destinato a un pubblico di nicchia. Il finale è poi qualcosa di indecifrabile, indotto evidentemente dalla necessità di chiudere velocemente una non-storia, ossia non altro che una brutale rappresentazione degli eccessi. La debole presa di posizione verso la tendenza della società moderna ai consumi, data dall'uso di celebri etichette commerciali (Coca-Cola, Aranciata e Marlboro) non è certo sufficiente ad elevare qualitativamente il prodotto verso un tipo di cinema che possa essere definito autoriale. Di dubbio effetto appaiono le sequenze che offrono attrici bellissime alle prese con piscio, escrementi e vomito. Blue movie ha sicuramente un suo fascino malsano, dato principalmente da una fotografia mediocre, volutamente squallida (perciò in linea con le riprese) e soprattutto per la presenza di attrici nudissime, disposte a spingersi oltre la soglia del lecito: siamo nel 1978, infatti, e nella versione uncut sono contenuti brevi scene hard, recitate dalle protagoniste (non controfigurate). Dirce Funari (accreditata come Patrizia Funari) [1], arriva a toccare con la bocca e la lingua un membro e a masturbare il fotografo, in quella che appare essere la sua interpretazione più estrema, poi mai raggiunta nemmeno nei film esotici-erotici, cui ha preso parte, diretti da Joe D'Amato. Mentre Leda Simonetti si spinge a praticare un lungo e dettagliato blowjob al ragazzo di colore, prima di farsi possedere. Per gusti esclusivamente personali, questo e il simile Spell - Dolce mattatoio, due titoli considerati tra le opere migliori di Cavallone, restano film indisponenti, piuttosto avvilenti, che non viene affatto voglia di rivedere. Antierotici e nichilisti, come da dichiarate intenzioni dello stesso regista.
Blue movie: Claude Maran e Leda Simonetti
Parola di Alberto Cavallone [2]
"Mi stupii moltissimo del successo di Blue movie, un film che avrebbe dovuto far saltare per aria tutti quelli che erano i cultori del film sexy, perché proprio era contro... Blue movie è la storia di un fotografo che a un certo punto si stufa di fotografare le belle donne e fotografa barattoli della Coca-Cola, che schiaccia, che distrugge... cioè non vuole più quello che gli altri considerano 'il bello' e in questa sua mania sevizia e annichilisce una donna, per farla diventare un animale. Poi questa lo ammazzerà... È un film molto interessante, che mi è piaciuto molto e che, come dicevo, ha avuto un bel riscontro; a Milano per esempio uscì due volte in prima visione, una volta per un mese e la seconda per quindici giorni. Blue movie fu anche una sfida, perché lo girammo in una settimana."
Blue movie: Claude Maran e Dirce Funari
La versione hard
In realtà non si tratta di una doppia edizione, ma del lungometraggio integrale, che si spinge sino a 90' (contro gli 81' della Shendene e della RaroVideo) [3], contenendo scene di sesso estese ed esplicite, recitate dalle stesse attrici, cioè senza il ricorso alle controfigure. Oltre alle due citate sequenze (Leda Simonetti che pratica una lunga fellatio al nero; Dirce Funari che tocca il membro di Claudio con la bocca e la lingua e che poi lo masturba), compare un'esplicita ripresa di Daniela (Funari) mentra urina. Più lunga, ma non hard, figura anche la scena in cui Claudio esplora, con una torcia elettrica, il corpo nudo di Daniela.
Blue movie: Leda Simonetti
Visto censura [4]
In data 8 luglio 1978 Blue movie ottiene visto censura n. 71722, con limitazioni ai minori di anni 18, dopo che la produzione ha apportato i tagli richiesti in commissione, che sono i seguenti:
1) coito orale tra bianchi, da sopprimere (mt. 3,20);
2) coito orale tra bianca e nero, completa eliminazione fotogrammi con negativo delle foto (mt. 28,80);
3) stupro con il tronco (mt. 10,80);
4) donna che defeca ed effetti relativi (mt. 4,70);
5) donna che orina ed effetti relativi (mt. 5,40);
6) donna con uomo alle spalle (mt. 5,40 alleggerimento).
NOTE
[1] Sull'Imdb i ruoli di Dirce Funari e di Danielle Dougas - rispettivamente Daniela e Silvia - sono invertiti.
[2] Dal booklet allegato alla vhs Shendene.
[3] L'edizione RaroVideo offre comunque, tra gli extra, anche le scene hard.
[4] Dal sito "Italia Taglia".
"In una società decadente si può scivolare a poco a poco nella brama di violenza, oppure venire lentamente trascinati verso la violenza dalla cultura del commercio."
(Jonathan Franzen)
N.B.: il seguente video è riservato solo ed esclusivamente a un pubblico adulto
Blue movie (Alberto Cavallone, 1978) - V.M. 18 anni
F.P. 05/06/2022 - Versioni visionate in lingua italiana: VHS Shendene (durata: 81'03"); versione hard (durata: 90'54")
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