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Rosso sangue

Regia di Leos Carax vedi scheda film

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La recensione su Rosso sangue

di Baliverna
6 stelle

E' uno di quei film che mi suscitano un giudizio contrastato. Innanzitutto si vede che il regista ci sa fare, che usa tecniche originali, che è molto attento ai dettagli, e in generale che non è uno sprovveduto. Poi, però, mi chiedo se non si spinga troppo oltre con le ellissi, i sottintesi, le metafore, il non detto, e certi significati non chiari.
Qual è, poi, il punto che interessa Carax? Raccontare una storia di ricatti e furti, o di un ragazzo conteso da due donne, o forse da una sola, mentre l'altra è da lui solo agognata e non conquistata? Ho trovato interessante, comunque, l'idea del virus che colpisce chi fa sesso senza provare sentimenti. E' fantasia, ma allo stesso tempo è campata tutt'altro che per aria, sicché oggi moltissimi ne verrebbero colpiti se fosse vero.
I personaggi mi sembrano piuttosto realistici e credibili, benché definiti con tratti a volte misteriosi o con molti sottintesi. Tranne il ragazzo però, il quale mi sembra un personaggio confuso e comunque non simpatico: è troppo filosofo, estremo in tutto, troppo maturo per la sua età, troppo intelligente e ragionatore, troppo spietato, troppo drastico, difficilmente comprensibile nei suoi sentimenti verso le due donne. Secondo me finisce per essere una figura estrema e poco realistica.
Quanto all'ambientazione, essa è piuttosto vaga. Vi sono poche vedute generali, pochi paesaggi, e poche inquadrature cittadine. Il regista filma luoghi chiusi cosparsi di oggetti evidentemente non messi lì a caso (specie per il loro colore), ma anche qui le inquadrature sono parziali e non rivelano quasi mai gli ambienti nel loro insieme. Di suggestivo, per quel che mi riguarda, ricordo solo quello strano e tetro vicolo cittadino dove abitano quelli della banda.
Secondo me è evidente una certa ambizione da parte di Carax di girare un film d'autore; mi sembra cioè che punti coscientemente proprio a questo. La differenza con i veri autori è che questi non lo fanno programmaticamente, ma il film diventa un capolavoro d'autore come per propria natura.
Michel Piccoli è bravo come sempre, Juliette Binoche è carina ma forse ancora un po' acerba come attrice. Colpisce, invece, "l'americana": è uno di quei ruoli piccoli ma incisivi, con l'attore giusta che riesce a dar vita ad un personaggio con una breve permanenza in scena.
L'ho guardato senza fatica e senza noia, ma questo essere criptico, estremo e un po' misterioso alla fine mi ha lasciato con un po' di delusione. So che c'è chi lo adora, ma io non mi ci avvicino neanche.

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