Regia di Richard Linklater vedi scheda film
Un folto e assortito gruppo di personaggi, principalmente ragazzi, ritratti nella loro quotidianità ad Austin: sogni, speranze, amori, odi, passioni, teorizzazioni, disperazioni, chiacchiere.
Chiacchiere, soprattutto quelle: ben predisposte, scritte con un tono verista che mai sfugge alla sua principale responsabilità, e cioè alla verosimiglianza, alla totale credibilità, ma pur sempre chiacchiere. In bocca a una miriade di personaggi pure distanti fra loro, ma accomunati dalla stessa città, Austin, in Texas. Ben poco rimane della visione di questo Slacker, esordio in lungometraggio del trentunenne (texano) Richard Linklater; troppo 'sincero' per andare oltre la nomination al Sundance, troppo vacuo per essere preso in considerazione dai maggiori festival di cinema mondiali. E il risultato è semplicemente un centinaio di minuti da cui si esce frastornati, a più riprese annoiati, difficilmente incuriositi. Apprezzabile in ogni caso la fotografia di Lee Daniel, alle prime armi e dalla rosea carriera futura. Basso budget e nessun nome di rilievo nel variopinto e nutrito cast; il regista si prende anche tutti i meriti della sceneggiatura e figura anche in qualità di produttore della pellicola. Ma i suoi titoli di deciso impatto e risonanza internazionale arriveranno solamente più tardi (Waking life, 2001; A scanner darkly, 2006). 3,5/10.
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