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Sognatori d'inverno - Winter Sleepers

Regia di Tom Tykwer vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sognatori d'inverno - Winter Sleepers

di fratellicapone
6 stelle

E’ una storia di due coppie e di un dramma da incidente stradale che causa la morte di una bambina. La storia si svolge in Germania in una piccola località stazione sciistica in inverno. Quindi paesaggi coperti di nevi, grandi spazi e, in contrapposizione, ambienti chiusi dove si svolge la vita, peraltro frammentata e in fieri dei protagonisti. Laura è una bella ragazza che fa l’infermiera e vive in una casa isolata che ha ereditato da qualche zia. Con lei vive Rebecca, una ragazza bella, alla Marilyn, che vive facendo traduzioni da casa al computer. L’uomo della storia, all’inizio, è solo Mark un istruttore di sci che arriva dalla sua città a bordo di una spider Alfa Romeo (tipo quella che c’è nel Laureato) nella foga di rivedere Rebecca lascia la macchina aperta con le chiavi inserite. La macchina è fuori la casa in un posto isolato. Mentre Rebecca e Mark sono del tutto presi dalla passione passa per questo stradina, a piedi, un tipo un po’ strano (Renè) che con una piccola macchina fotografica (una famigerata Lomo) sbircia dentro e fotografa la coppia e, viste le chiavi nella macchina, la ruba e scappa via. Da questo evento nasce tutta la storia. Renè guida velocemente e, sulle strade innevate, ha un incidente con un furgone guidato da un allevatore. Nel traino agganciato al veicolo c’è un cavallo che deve essere portato dal veterinario e, nascosta, c’è la figlia dell’allevatore che non voleva lasciare il cavallo da solo. L’urto è violento, Renè è illeso e con l’aria assente e stranita scappa via mentre la macchina rubata, finita fuori strada, rimane sepolta nella neve. La bambina è morta e il padre è in uno stato apparentemente confusionale perché riferisce alla polizia dell’investimento e di un dettaglio che ha visto, mentre era ancora dentro la macchina in stato di semi incoscienza, e che gli consentirebbe di individuare chi ha causato l’incidente. Nessuno gli crede perché non c’è un’altra macchina e tutti credono che abbia perso il controllo del suo mezzo causando la morte della bambina.

Renè è un proiezionista, cioè lavora in un cinema, vive da solo e a casa ha migliaia di fotografie in b/n. Guarda le foto, le mette negli album e su ciascuna aggiunge commenti. Spesso ha un aria assente e dolori dietro la testa. Renè conosce Laura e le storie dei quattro si intrecciano. Renè e Laura si mettono insieme mentre le cose tra Rebecca e Mark vanno male anche perché dalle telefonate che riceve l’aitante istruttore di sci si capisce che lui ha un’altra nella città da cui proviene. Nondimeno Mark va a vivere insieme a Rebecca e a Laura. La cosa non funziona. Il padre della bambina morta nell’incidente riesce a scoprire la macchina e a risalire al proprietario che è Mark. Vuole ucciderlo e lo va a cercare sulla montagna tra le piste di sci. Mark morirà dopo un interminabile volo sopra le neve, Renè rimane con Laura e aspettano un bambino. La bella Rebecca rimane sola.

Il personaggio più inquietante è Renè che sembra essere un maniaco (le foto, gli album con i commenti, l’aspetto assente e da “strano”) e alla fine si scoprirà che è un ex militare che per effetto di una scheggia di granata rimasta nella testa ha perso la memoria a breve termine e per questo motivo lui fotografa tutto e scrive ogni cosa. Solo alla fine lui capisce dell’incidente e della bambina morta guardando le carte della macchina, E’ lo stesso attore che ha interpretato Goebbels ne “La caduta” un altro ruolo da psicopatico.

La storia non è male ma lo sviluppo del film è ridondante nei tempi e nelle scene e spesso annoia. La colonna sonora si impone troppo. I personaggi meglio definiti sono Renè e il padre della bambina e Laura. Rebecca e Mark mi sembrano figure decorative anche se sono fondamentali nella storia. Bella la scenografia, neve, piste, sci e paesaggi.

 

(Anche questo è un film che non ha avuto distribuzione da noi e l’ho visto al Goethe Institut di Palermo.)

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