Regia di Jacques Feyder vedi scheda film
Ecco, debbo dire che tra le pellicole dedicate a Carmen nel cinema muto, questa del 1926, del regista belga Jacques Feyder, è stata quella che sinora mi ha più soddisfatto; non è stato così per la maggior parte dei critici che gliene hanno preferite altre, così criticandola spesso e volentieri, chi per la sua spropositata lunghezza (110 oppure 165 minuti nell'ottima versione restaurata del 2001 che consiglio) chi per la sua prolissità. Feyder, al contrario "si distinse come perenne ricercatore, ideatore di ambienti, di atmosfere, di soggetti popolari e di esecuzioni raffinate che fecero di lui uno dei creatori di quel realismo poetico dal quale trassero ispirazione i migliori registi francesi degli anni trenta, a cominciare da Marcel Carné" e questo film ne è una chiara rappresentazione; certo, non aspettatevi lampi di genio od ipotetiche scene di surreale avanguardia, tutto è come sedato, piatto, rassicurante pur nella sua estrema drammaticità, tutto scorre didascalicamente in estrema tranquillità seguendo fedelmente il letto del fiume, così come il testo originale ma .... "Carmen va visto almeno due volte, perché solo quando ci si è liberati dell’interesse per il dramma si possono ammirare a piacimento tutta la bellezza di quest’opera, da lodare nella sua interezza. Solo quando si riesce a staccare gli occhi dalla recitazione degli artisti, quando il cuore non è più stretto dalle situazioni strazianti, sarà possibile analizzare il talento e l’arte contenuti in Carmen, dal punto di vista della pura messa in scena, dell’illuminazione, della fotografia. Dalla nascita del cinematografo, abbiamo già potuto applaudire molte belle cose, ma non credo sia mai stato possibile vedere qualcosa di più riuscito degli effetti notturni e degli studi di luce per l’accampamento montano dei contrabbandieri, la strada in cui si trova la taverna di Lillas Pastia, la Porte des Capucins in cui José monta la guardia. Jean de Mirbel, Cinémagazine, 49, 1926 ". Da denotare, infine, l'ottima interpretazione di entrambi gli attori protagonisti, una misurata quanto intensa Raquel Meller ed uno stralunato ed appassionato Fred Louis Lerch, come di tutti gli attori presenti in generale direi, compresi quei cinque secondi cinque in cui compare anche un certo Luis Buñuel nelle vesti di un contrabbandiere e per la cui unica visione taluni si sono sorbiti l'intero film.
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