Regia di Louis Malle vedi scheda film
Pur stimando, indiscutibilmente, il regista e i due interpreti, pur volendo inserire l'opera fra quelle (non poche) sperimentali girate da Malle, francamente però risulta addirittura imbarazzante dover giustificare questo La mia cena con Andrè. Perchè si tratta di un infinito (due ore di durata!) chiacchiericcio fra due persone a tavola, che si passano la palla (principalmente la tiene Gregory, il che va peraltro contro la logica del titolo, ma pazienza: non stiamo a sottilizzare di fronte a problemi ben più grossi) fra New York e il Tibet, Ingmar Bergman e Il piccolo principe, e poi ancora amicizie comuni, il mondo dello show business, Grotowski e chi più ne ha, più ne metta. Nessuna morale finale, nessun cambio di umore dei personaggi nel mentre, nessun colpo di scena a risvegliare l'attenzione del pubblico, neppure una risoluzione dell'intreccio, peraltro limitatissimo (un artista in difficoltà si rivolge a uno di successo per ottenere ingaggi: fine). Davvero, la povertà del testo teatrale da cui il film prende origine, e che sostanzialmente si limita a ri-mettere (d'obbligo il trattino, per evitare frivoli giochi di parole) in scena, può fare annoiare già a teatro: sul grande schermo è invece semplicemente soporifera; oltrettutto viene spontaneo considerare anche l'utilità (e la difficoltà) dello sforzo nella trasposizione di un lavoro firmato dagli stessi Gregory e Shawn, che dopo averlo scritto e avere affrontato tante repliche evidentemente sapevano a menadito. Malle prepara un piatto non solo già cotto, ma anche già mangiato: il flop può apparire ancora più sorprendente se si valuta che l'ultimo suo lavoro era stato, l'anno precedente, il bell'Atlantic City, Usa; d'altronde il regista francese nella sua troppo breve carriera (morirà a 63 anni) non ha mai abbandonato la ricerca e la curiosità. Shawn esordì al cinema in Manhattan di Woody Allen, nel 1979, e aveva già incontrato Malle proprio sul set di Atlantic City; nel 1994 sia lui che Gregory verranno richiamati dal regista per il suo ultimissimo film, Vanya sulla 42esima strada, curiosamente un altro esperimento di contaminazione fra cinema e teatro. 4/10.
Un attore e sceneggiatore in difficoltà contatta un vecchio amico, regista nel frattempo diventato famoso; i due si incontrano a cena e chiacchierano.
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