Regia di Louis Malle vedi scheda film
Settantacinque minuti di documentario per vedere la 'disumanizzazione' dell'uomo rinchiuso in fabbrica. A quale scopo tale abbrutimento, poi? Per assemblare parti di un'automobile, per costruire un oggetto seriale che verrà esposto in qualche salone una domenica pomeriggio, richiamando l'attenzione di migliaia di visitatori che faranno le domande più stupide e prevedibili. Certo che Malle non sbaglia ad associare nel titolo questo suo lavoro a una delle più celebri opere di Nietszche, pessimismo e misantropia puri, roba che aleggia senz'altro anche nelle immagini riprese dal regista francese. Che già aveva dimostrato con Calcutta (1969) di voler interpretare in maniera personale il genere documentario, offrendo uno sguardo quanto più neutro possibile sull'oggetto del suo interesse; qui addirittura Malle esaspera tale intenzione, rimanendo in silenzio per l'intero film e lasciando la parola solamente, per pochi minuti, ai visitatori del salone dove viene esposta l'automobile appena costruita. Considerando che il resto della pellicola è claustrofobicamente ambientato nella rumorosa e ripetitiva vita di fabbrica, se da un lato si può rimanere incantati dal ritmo ipnotico delle scene riprese, dall'altro però va sottolineato che la totale mancanza di una linea logica narrativa, di un intreccio, di un filo da seguire può insomma causare molti, molti sbadigli. Per quanto opera sperimentale, quindi, Umano troppo umano difficilmente può essere ricordata come una delle migliori prodotte dalla fervida mente di Malle; in quello stesso anno peraltro il regista girava anche Luna nera, a dimostrazione - oltre che dell'eterogeneità della sua ispirazione - di un'encomiabile volontà di scardinare i generi cinematografici. 5,5/10.
Come nasce un automobile? Vediamo varie fasi della lavorazione in una fabbrica di vetture.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta