Regia di Paolo Cavara vedi scheda film
Uno dei titoli più fedeli alla filosofia argentiana, qui rispettata anche per contenuti e confezione. Assieme a Mio caro assassino è tra i più ricordati del filone "giallo all'italiana".
Maria (Barbara Bouchet) subisce un'aggressione violenta, viene paralizzata con uno spillone conficcato nel collo, quindi sventrata in stato di coscienza. Il marito Paolo (Silvano Tranquilli) è il primo sospettato perchè a conoscenza del fatto che la moglie è ninfomane. Mentre il commissario Tellini (Giancarlo Giannini) -demotivato, distratto dalla bella moglie (Stefania Sandrelli) e per nulla legato al lavoro- si ritrova l'indagine tra le mani, si scopre che tutto ruota attorno ad un salone per massaggi gestito da Claudia (Claudine Auger). Intanto l'omicida continua a colpire, simulando la tecnica di una vespa particolare che paralizza la tarantola pungendola al ventre per deporre al suo interno delle larve...
Uscito nell'agosto del 1971, La tarantola dal ventre nero è uno tra i primi esemplari (su esplicita ammissione del produttore Marcello Danon della Da.Ma. film) che tenta di sfruttare il successo ottenuto da Dario Argento con la sua trilogia "zoonomica". Però il produttore non lesina sulla qualità e raggruppa il meglio, in ogni settore, che la cinematografia italiana possa fornire. Così abbiamo Morricone e Bruno Nicolai alla splendida colonna sonora (spesso a base di inquietanti sussurri), Marcello Gatti alla fotografia, Cavara alla regia e un cast importante per l'epoca (dalla Auger a Giannini, passando per Rossella Falk, Annabella Incontrera, Stefania Sandrelli, Barbara Bach, Barbara Bouchet, Silvano Tranquilli).
Se a distanza di oltre 45 anni di questo film se ne parla ancora (e passa anche in televisione a notte fonda) una motivazione ci deve pur essere. Al di là della messa in scena di delitti più feroci rispetto alla media del genere (in un paio di contesti il coltello corre infilzato nel ventre delle vittime) e ancor più spaventosi per il modus operandi (per inciso: Fulci lo riprenderà tardivamente nel 1984, quando realizza Murderock) quello che risalta in questo caso è il commissario. Per la prima (e unica) volta nel giallo italiano tutto il film ruota attorno ad un commissario che non si dimentica. "Mi è capitata una donna nuda", dice alla moglie. "Morta ammazzata..."
Più e più volte il commissario mette in dubbio il suo operato, non si sente in grado di sostenere il ruolo e teme di essere corresponsabile di ogni ulteriore delitto. Riesce a trovare la forza per reagire solo nel finale e si scatena liberando tutta la tensione che teneva nascosta anche agli occhi della moglie. Cavara gira benissimo (cosa che non ripeterà in ...e tanta paura), il look del killer (con cappellaccio e impermeabile) bypassa Argento per ripartire da Mario Bava e il suo Sei donne per l'assassino, film con il quale condivide anche un certa ambientazione femminile (là un atelier di moda, qui un centro estetico). Tra gli epigoni dei film di Argento, La tarantola dal ventre nero è titolo che propone in tutto le atmosfere originali, anche per la presenza di buffi personaggi (Catapulta ad esempio) o situazioni ironiche (la vendita dei mobili di casa).
Curiosità
Attorno al minuto 53, mentre Giannini passeggia per le vie della città fa la comparsa (velocissima) un manifesto di un film in programmazione mentre veniva girato La tarantola dal ventre nero: si tratta del film di Samperi, Un'anguilla da 300 milioni.
Curiosità 2
Nel trailer internazionale (inglese) quando Silvano Tranquilli precipita dal palazzo assistiamo alla scena dal basso: il corpo precipita e la macchina da presa sta sotto. Nel film accade il contrario: si vede il protagonista precipitare dal tetto (tra l'altro ancora oggi l'effetto è realistico) sbattere contro la parete del fabbricato e schiantare al suolo. Vien da ipotizzare che, per la versione estera, sia stata girata una scena più soft.
Curiosità 3
All'estero il film di Cavara è stato proposto anche in versione "double bill", ovvero a doppia programmazione. L'altro titolo con cui è stato proiettato era The weekend murders (l'italianissimo Concerto per pistola solista, diretto da Michele Lupo).
Il film è disponibile in Dvd in una preziosa edizione Ripley Home Video. Proposto integralmente in versione restaurata nel formato 1. 85:1. Tra gli exta un intervento del figlio del produttore Danon (e non di Giannini come riporta il retro custodia). A corredo anche un booklet pieghevole con annotazioni sul film e sulla biografia del regista.
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