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La cattura

Regia di Paolo Cavara vedi scheda film

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La recensione su La cattura

di mm40
3 stelle

Siamo nel 1943, la seconda guerra mondiale imperversa. Un infallibile tiratore tedesco viene spedito in una innevata foresta dell'ex Jugoslavia per trovare una fenomenale cecchina del luogo che ha già ucciso decine di soldati nazisti. Dovrà portarla viva al suo comandante. L'uomo riesce in qualche modo a catturare la sua preda, ma a questo punto le cose prendono una piega inaspettata.


Bella l'idea di partenza dell'intreccio e del tutto rimarchevole il messaggio pacifista di sottofondo: siamo pur sempre nel 1969 e gli ideali della controcultura si stanno espandendo a macchia d'olio; Paolo Cavara (sua la sceneggiatura, così come lo è il soggetto firmato assieme a John Crawford) mette in scena questa pur improbabile storia d'amore tra due ferocissimi nemici ambientata durante la seconda guerra mondiale, soffermandosi sulla natura matrigna dei luoghi rappresentati e sulla fondamentale accettazione reciproca dei due protagonisti, sorta di novelli Adamo ed Eva. Un buon incipit senz'altro, ma anche troppo poco per farci un intero film se si considera che la storia non si sposta molto oltre a queste facili, prevedibili coordinate; le maggiori perplessità provengono poi da come è stata fornita di costumi, trucco e parrucco ineccepibili la coppia al centro della pellicola, più simile nelle immagini a un duetto di modelli (pettinature perfette, maglioni intonsi...) che a due spietati guerriglieri dispersi in una foresta durante la guerra. Il crudo finale non riscatta nulla, infine: sembra piuttosto voler dire che, davvero, una speranza di veder trionfare la pace in questo mondo ancora non c'è – e forse è, in tutta la sua glaciale disperazione, il momento più sensato, più logico e più credibile di tutto il lavoro. Bene David McCallum e Nicoletta Machiavelli, i due interpreti centrali, mentre in parti laterali troviamo anche Lars Bloch, Giorgio Dolfin, Demeter Bitenc e Sergio Mioni. Per Cavara si tratta dell'esordio nel cinema a soggetto, nonché dell'emancipazione dal genere 'mondo' che lo aveva portato al successo insieme a Jacopetti e Prosperi: comunque un passo non scontato. 3,5/10.

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