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Morgan matto da legare

Regia di Karel Reisz vedi scheda film

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La recensione su Morgan matto da legare

di alan smithee
8 stelle
Morgan è un eccentrico pittore che da tempo, col suo comportamento sopra le righe, ha trasformato il suo matrimonio in un inferno: almeno per quanto riguarda la giovane e bella moglie Leonie, che pretende il divorzio anche se in fondo non gli vuole male.
Togliersi di casa Morgan sarà un'impresa mica da ridere, anche perché l'eccentrico ex marito, venuto a conoscenza che la bellissima moglie intende sposare il suo gallerista, uomo posato, ricco ed affascinante, escogiterà ogni sistema per cercare di impedire quella unione, affrontando di petto anche la tenace suocera che riconosce nell'ex genero, l'origine di tutte le disgrazie che incombono sulla vita della adorata figlia.
Morgan, amante dell'arte a 360 gradi, arriverà ad ispirarsi ad un classico del cinema muto come King Kong e, travestitosi da gorilla, farà di tutto per andare a monte le ormai programmate nozze della consorte.

Acclamato al Festival di Cannes, che accolse il film in Concorso, e che vide trionfare l'algida e scatenata Vanessa Redgrave, a cui la Giuria assegnò il premio della migliore interpretazione femminile, Morgan matto da legare è uno dei film simbolo del movimento culturale cinematografico noto come Free Cinema, portato avanti da Reisz assieme a Tony Richardson e Lindsay Anderson.
Strutturato come una folle commedia degli equivoci, tutti peraltro scaltramente escogitati da un matto tutt'altro che matto, il film di Karel Reisz ora appare decisamente meno spumeggiante e certamente più consueto di quanto non possa essere apparso all'epoca della sua uscita in sala, nell'ormai lontano 1966. Ma il film, nel desrivere la follia compulsiva del suo eccentrico ed incontrollabile protagonista, si lancia in scene oniriche che rappresentano l'esaltazione del protagonista, in grado di risultare davvero godibili, ed esteticamente assai ben realizzate.

Con questa pellicola, rigorosamente in bianco e nero come nella consuetudine del Free Cinema, il regista cecoslovacco naturalizzato inglese si accomiata da questa scuola di pensiero, dedicandosi al biopic su Isadora Duncan che lo rivede coinvolgere Vanessa Redgrave, e che gli aprirà le porte di Hollywood, che lo accolse nella seconda ed ultima parte della propria carriera e maturità lavorativa, trasformando il cineasta in un regista predisposto a lavorare con attori di richiamo e dive che seppe valorizzare sempre al meglio.

Protagonista del film è un grande attore britannico come David Warner, carismatico e qui efficacemente sopra le righe.
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