Regia di Colin Eggleston vedi scheda film
All'interno di quel corpo estraneo ed impazzito che è la Ozploitation (termine coniato nel documentario Not Quite Hollywood!, a partire da un'affermazione di Quentin Tarantino), campionario di bizzarrie sfrenato e scorrettissimo, battaglione di film anti-censura che ha combattuto su tutti i fronti facendo nascere l'industria cinematografica australiana (soprattutto grazie alla commedia erotica volgare, all'horror e al road movie), Long Weekend dimostra dopotutto di essere una delle pellicole più controllate e sobrie. Una coppia borghese in crisi, che potrebbe essere uscita da un film di Godard (Weekend?), se non fosse per l'inconfondibile accento australiano, decide di passare un fine settimana nell'incontaminato outback. Il loro comportamento è quello di molti cittadini non abituati alla natura: si muovono con il loro grosso fuoristrada, distruggono tutto quello che capita a tiro, sparano per il gusto di sparare, inquinano a più non posso...fino a quando la natura inizia a reagire. Il plot, molto semplice e potenzialmente divertente, è sviluppato in maniera lineare, con un ritmo purtroppo poco coinvolgente. Quelle che salvano il film dall'essere un prodotto mediocre sono le trovate surreali disseminate lungo il percorso: un aquila che attacca il protagonista, il tettuccio di una macchina che compare tra le onde del mare e soprattutto il cadavere di un grosso tricheco (o forse una foca, non si capisce bene) che si avvicina sempre di più, lungo tutto il film, al campo base della sciagurata coppia. Chi cerca gore e smebramenti, si rivolga ad altre pellicole Ozploitation: Long Weekend lavora quasi esclusivamente sull'atmosfera e sull'ironia, non tralasciando una visione disforica sull'uomo occidentale: la natura, persino quando si vendica, è molto più corretta del suo nemico...
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