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The Yards

Regia di James Gray vedi scheda film

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La recensione su The Yards

di ed wood
6 stelle

Buon film, non eccezionale però. Gray ha fatto di meglio. "The yards" rappresenta tuttavia la quintessenza del suo cinema. Ambientazione brooklyniana; approccio classico, rigoroso, alla narrazione; personaggi contesi fra interessi economici, legami familiari e desiderio di riscatto; gioco di sguardi e sottintesi che evidenzia le loro psicologie e motivazioni; fotografia all'insegna di espressivi chiaroscuri di ascendenza noir. Tutto il cinema di Gray non si discosta da questi presupposti. Può apparire uno sguardo limitato, ombelicale (d'altra parte, non mancano le note autobiografiche), ma non è così. In realtà Gray parla di temi assoluti, che riguardano tutti noi. E lo fa con un'empatia discreta, misurata, distillando la sofferenza da vicende di grande potenziale emotivo. Come tutti i veri classici, ripete se stesso senza annoiare. Poi chiaramente gli esiti possono variare a seconda dell'ispirazione: non capita certo ad ogni film di trovare lo stato di grazia di "Two Lovers"! Nella fattispecie, questo "The Yards" soffre di un copione (sempre di Gray) certamente accurato, ma non privo di forzature e soprattutto di dialoghi talora pericolosamente tendenti al patetismo. La regia, compatta ed equilibrata, riesce a far passare come naturali quelle sottolineature e quelle "rime" (un in­serto, un primo piano protratto, l'intervento del soundtrack) necessarie a questo tipo di racconto morale, e questa è senz'altro una delle principali qualità di Gray, che lo rende un cineasta brillante sulla scia dei classici. Qualcosa però gli sfugge di mano nel finale, che da una parte risolve l'escalation melodrammatica con un sapiente montaggio alternato, dall'altra si abbandona un po' al pathos e alla retorica (oltre che scontare alcune delle suddette forzature di sceneggiatura). Gli interpreti, fondamentali in un cinema così attento alle psicologie, non sempre sono all'altezza. Wahlberg per me non è affatto un grande attore (e in "The Yards" si vede chiaramente dal modo piuttosto rozzo con cui gestisce l'evoluzione attitudinale del suo personaggio); la Theron è un po' sprecata. Tutto sommato, però, "The Yards" resta un discreto (anti)-noir, dove il privato si intreccia al pubblico, la responsabilità individuale all'illegalità sociale, la violenza del mondo maschile alla remissività di quello femminile, il passato problematico ad un futuro forse più sereno.

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