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L'inferno

Regia di Francesco Bertolini, Adolfo Padovan vedi scheda film

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La recensione su L'inferno

di tobanis
7 stelle

Questo film dovrebbe essere una sorta di nostro orgoglio nazionale e va riscoperto.

Pure il 1911 registra un aumento nei film prodotti ma nessuna opera che venga oggi ricordata dal grande pubblico. E allora è stato con molto piacere che mi sono visto quella che è forse la pellicla più importante dell'anno, a livello mondiale, e cioè questa. Prima devo fare però un lungo (medio) inciso.

In Italia uscirono DUE FILM con quel titolo, purtroppo questo sito ne ha solo uno, se ho cercato bene. Oltre a questo, infatti, uscì L'inferno, per la laziale Helios Film la quale, avendo saputo dell'uscita futura del kolossal di cui sopra, cercò di sfruttare l'attesa e di fare uscire prima un film con lo stesso titolo, sia mai che la folla accorresse per errore a vedere la sua versione. E ce la fece, uscì a marzo, mesi prima dell'altra. Per essere un prodotto fatto in fretta, l'ho trovato sorprendentemente fatto bene. Gli effetti sono all'altezza (per i tempi), la costruzione del film è meno accurata, certo; non giova poi il fatto che questo film dura solo una quindicina di minuti, ed è un'impresa parlare dell'Inferno in un quarto d'ora. Però nel complesso mi aspettavo una mezza porcheria, uscita solo ad uso commerciale, è invece è un prodotto tutto sommato di buona fattura. Va poi notata che Francesca (Paolo e Francesca, ricordate) è a seno nudo. Non so chi sia l'attrice in questione o se il suo nome è passato alle cronache. Fa un po' ridere allora l'eterna querelle su chi fu la prima a fare vedere le tette: Vittoria Carpi in La corona di ferro (1941)? Clara Calamai in La cena delle beffe (1942)? O Doris Duranti in Carmela (1942)? Non so perchè i critici veri, quelli professionali, intendo, non ricordino invece L'Inferno (1911) e buonanotte. Mah. E vabbè.

 

Comunque, come detto mesi dopo l'altro esce L'inferno, quello di questa scheda, della lombarda Milano Films. Di durata eccezionale per il periodo (oltre un'ora), è molto curato nei dettagli, ha degli effetti speciali decenti (non all'altezza di quelli di un Melies, però, per dire), ha come sempre accadeva una camera fissa che riprende la scena, che avviene frontalmente, ma, cosa inaudita o udita poco, in una scena la camera, lentamente, un po' a scatti, si mosse lateralmente e in un'altra, addirittura, puntò un po' verso il basso, seguendo i due protagonisti (Dante e Virgilio). Il film è anche recitato, e direi bene: Virgilio è nobile deciso, dignitoso; Dante è come in realtà, nell'Inferno, anche se spesso lo dimentichiamo (o non ce lo fanno ben notare i professori): spaventato. Dante per tutto il percorso se la fa addosso, tranne quando riconosce qualcuno o quando gli parte l'invettiva; per il resto è terrorizzato, spesso sviene, quasi sempre abbraccia Virgilio, cercando potezione e conforto. Ma al su posto...è ovvio, una persona viva all'inferno...e che Inferno! Paragonato giustamente alle illustrazioni fantastiche di Gustave Dorè, rimane inferiore a queste (che per me sono capolavori difficilmente avvicinabili) ma riesce comunque a trasmettere con efficacia l'ambientazione ultraterrena, stralunata, onirica e, se posso aggiungere, con una sottile vena di pazzia che riempie l'animo dei vari "ospiti".

Il film ebbe grande e meritato successo. Se posso aggiungere, tornando al cenno di prima, anche in questo film un paio di comparse sono a seno nudo, in due scene (sicuramente sono le stesse donne in entrambe le scene).

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