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Guardie e ladri

Regia di Mario Monicelli, Steno vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Guardie e ladri

di axe
9 stelle

Ferdinando Esposito mantiene la numerosa famiglia con piccole truffe ed altre attività illecite non meglio specificate. Dopo aver raggirato un facoltoso statunitense, ed essere stato riconosciuto da quest'ultimo durante un successivo tentativo di imbroglio, è inseguito ed arrestato dal poliziotto Lorenzo Bottoni. Nelle fasi successive, tuttavia, Ferdinando riesce a dileguarsi. Oltre ad aver subito l'umiliazione, il poliziotto, anch'egli con una famiglia da mantenere, è costretto a fronteggiare una grave minaccia per la sua carriera. Sarà, infatti, espulso dal corpo, se entro una certa data non assicurerà alla giustizia il malfattore. Intraprende dunque un'indagine personale; circuisce la famiglia Esposito - in larga parte, ignara delle attività di Ferdinando - con l'intenzione di poter acciuffare lo sfuggevole personaggio. Il risultato ottenuto va ben oltre; crea, infatti, amicizia tra le due famiglie, finendo per trovarsi in forte disagio morale al momento di arrestare nuovamente Ferdinando. Un toccante film di Mario Monicelli, ambientato in un'Italia dei primi anni '50, non ancora uscita dallo "stato di emergenza" successivo alla conclusione del conflitto mondiale, ma animata da buona volontà ed intraprendenza prodromici del "miracolo economico". I due personaggi principali paiono, al loro apparire in scena, molto diversi tra loro; in realtà hanno molto in comune. Ferdinando Esposito è un piccolo malvivente. Esercita l'"arte dell'arrangiarsi" anche commettendo piccoli reati; le sue vittime non sono poveracci come lui, bensì soggetti - persone fisiche o giuridiche - benestanti. Presto vedremo come Ferdinando non trattiene per sè molto delle somme illecitamente guadagnate. Mantiene, infatti, una famiglia numerosa, la quale, con l'esclusione del cognato, è all'oscuro delle sue attività. Pur di gestire le sue attività senza creare pericoli per i parenti, rimane molto tempo lontano da casa, con dolore di tutti i familiari e dello stesso Ferdinando, cui è impedito di godere della vicinanza di persone care. Lorenzo Bottoni è un poliziotto, non particolarmente sveglio, ne' fisicamente prestante; rende comunque onore alla divisa che indossa, poichè è una persona onesta, ed è consapevole che il proprio lavoro è, al momento, l'unico mezzo di sostentamento della propria famiglia. La prospettiva di perdere il lavoro a causa della fuga di Ferdinando lo spaventa dunque sia per le conseguenze economiche sia per le implicazioni morali. Compreso che tipo di personaggio è il suo antagonista, architetta un complesso piano al fine di intrappolarlo, mostrando una singolare assenza di scrupoli nel coinvolgere le famiglie di entrambe. I forti legami che nascono tra queste persone, di diversa estrazione sociale - proletari gli Esposito, piccolo-borghesi i Bottoni - ma piene di dignità ed estremamente ben disposte verso il prossimo, non erano stati messi in conto dal poliziotto, cosicchè, nel momento in cui ha nelle sue mani Ferdinando - ormai stanco di fuggire, eppur ancora deciso a tenere la famiglia all'oscuro di tutto - non prova alcuna soddisfazione, ed anzi tenta di allontanare il più possibile il momento della trasposizione in caserma. Sapientemente Ferdinando, fa buon viso a cattivo gioco. Compreso che i familiari sono al sicuro, poichè uniti ai Bottoni da legami sinceri, accetta il proprio destino e si prepara a star lontano da casa diversi mesi. Mario Monicelli tratteggia una società italiana ancor povera, bisognosa dell'assistenza straniera, vittima della malasorte; ma certamente tenace, determinata, ottimista, protettiva verso i suoi membri più giovani. Il maggiorente americano vittima dell'imbroglio di Ferdinando non fa una bella figura; pensa d'avere a che fare con personaggi con "l'anello al naso", ed invece il fesso è lui. Fesso, rancoroso e prepotente, poichè non è disposto a lasciar correre l'"offesa" subita. Eccezionali le interpretazioni di Totò - Ferdinando Esposito - ed Aldo Fabrizi - Lorenzo Bottoni - estremamente umani, dignitosi, mai ridotti a macchiette. Di rilievo le presenze di Ave Ninchi, nel ruolo della moglie di Lorenzo, la "matrona" Giovanna, e di un giovanissimo Carlo Delle Piane, nei poveri panni dell'adolescente Libero, figlio di Ferdinando. Il racconto è ambientato nella città di Roma, mostrata in tutti i suoi aspetti e contraddizioni; non molto lontano dalle vestigia dei Fori Imperiali sorgono quartieri popolari brulicanti di vita; campi sportivi; borgate, con il loro "microcosmo" sociale, destinate ad essere circondate dai palazzi in disordinata costruzione. Sostenuti da una vivace colonna sonora, prevalgono i toni da commedia; non si va, tuttavia, oltre il sorriso, poichè la vicenda è amara; si attende una svolta positiva, che non giunge. L'epilogo, pertanto, non è felice, ma lascia libero il passo alla speranza. Una speranza che è quella di un intero popolo, in cammino, lungo la via, irta di difficoltà, della rinascita.

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