Regia di Joseph Losey vedi scheda film
Fin dagli esordi, Losey ha sempre impostato, con il proprio cinema, un discorso sul razzismo e sull'incapacità umana di rapportarsi con chi appare diverso. Qui inserisce anche una riflessione sul ruolo e sul potere della stampa, che non sempre è quella esaltata da Bogart in L'ultima minaccia, e non di rado sbatte il mostro in prima pagina. Qui, però viene mostrata nell'incarnazione di un giornalista proveniente da New York, il quale non ha paura di mettersi contro l'opinione pubblica, per difendere un giovane chicano ingiustamente accusato di crimini che non ha commesso. Un cartello stradale di benvenuto dice "Santa Marta, la città amichevole", ma la cittadina che fa da sfondo al film è ben poco amichevole, soprattutto nei confronti della colonia degli immigrati messicani. Per fortuna, il magnate del luogo, a dispetto di un figlio dalla testa assai calda, è democratico e tollerante, la polizia funziona e la stampa compie il proprio dovere. Il finale testimonia di un Losey ancora ottimista riguardo ai destini del paese che pochi anni dopo lo costringerà ad andarsene, accusandolo di attività antiamericane.
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