Regia di Costa-Gavras vedi scheda film
I moti sociali di ogni tempo, compendiati in un'unica pellicola che racchiude in sé i fatti di Genova, le proteste del '68, lo spirito di ogni manifestazione di piazza. Difficile trovar difetti, da vedere.
Pellicola dal respiro universale, riuscitissima e con una tensione continua. L'idea di non contestualizzare a nessuno specifico Paese si rivela vincente, i fatti narrati sono adattabili a qualsiasi grossa democrazia occidentale. Un movimento pacifista organizza una manifestazione, il governo di destra vede in questo un tentativo di destabilizzare il nazionalismo e l'unità economica e politica e arma delle forze clandestine fasciste. Se qualcuno ci vede un'assonanza con i fatti di Genova e i black bloc fatti passare dalla polizia, non andrà di molto lontano. Era il 1969 ma si conoscevano già i metodi con cui lo Stato sa compiere il lavoro sporco, mantenendo una parvenza di perbenismo con l'opinione pubblica e la stampa. Eccellenti gli attori, intense le scene di guerriglia urbana, colonna sonora scritta da un prigioniero militare e inviata per vie traverse al regista, sceneggiatura serrata. Fino all'ultimo non sarà chiaro il senso del titolo ma le scritte in coda chiariranno l'arcano: «La lettera "Ζ" che vuol dire "è vivo" in greco antico"».
Per curiosità, ho voluto spulciare su Wikipedia: «“Z” è l'iniziale del verbo greco ζω (“vivere”)[2] e ha la stessa pronuncia di ζει “(lui) vive”; a seguito dell'omicidio Lambrakis la lettera veniva scritta per protesta sui muri per ricordare il deputato ucciso. Il film si è trovata appiccicata un'etichetta di «cinema politico» anche se il regista ha dichiarato che Z è l'omaggio alle idee e al comportamento esemplare di due uomini, il Deputato e il giudice che istruisce l'indagine sulla sua morte».
Gran film.
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