Regia di Brad Mirman vedi scheda film
Non è un capolavoro, ma non è neanche il filmetto esile e piatto che ci si potrebbe aspettare. L'unico vero torto che ha è il rappresentare un'Italia rurale e bucolica praticamente inesistente, che evidentemente è pensata per i non-italiani e l'immagine che hanno del nostro Paese (arretratezza e preti di campagna ubriaconi e giocatori di carte). Forse proprio per questo nel nostro stivale il film si è visto pochissimo e non è mai passato in televisione, nonostante la presenza di attori di richiamo come Harvey Keitel e Giancarlo Giannini.
Detto questo, la pellicola propone due personaggi principali, con il loro percorso umano e artistico: un ex-scrittore famoso in completa crisi di ispirazione, e un giovane aspirante romanziere che cerca la convinzione e la vena giusta per iniziare. Harvey Keitel interpreta il vecchio che non riesce più a scrivere, ridottosi a orso selvatico solitario e scontroso, e ne dà un ritratto non banale. L'attore riesce anche a trovare momenti di arte attoriale, specie quando interpreta la sofferenza e la tremenda solitudine che affligge il suo personaggio. Dall'altra parte, Joshua Jackson convince per come interpreta il giovane impiegato di una casa di edizioni ed aspirante scrittore. Riesce ad essere ironico senza scivolare nella buffonata e senza effondersi in insignificanti smorfiette. Giancarlo Giannini, infine, ha fatto il suo tempo e vive di rendita.
La regia è scolastica, ma anche scorrevole e non noiosa. Complessivamente si guarda volentierei, assieme ad alcuni bei panorami delle colline toscale.
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