Regia di Danis Tanovic vedi scheda film
C'è molto da dire su questo bel film di Tanovic. Intanto bisogna ricordare che è tratto dalla sceneggiatura di Kieslowski, parte della sua ultima trilogia mai girata ("Il Paradiso, L'Inferno, Il Purgatorio); quindi ricordiamoci che i dialoghi sono indimenticabili, ma la regia non potrà mai essere al pari. Lo stesso Tanovic ha detto di non aver voluto girare questo film come l'avrebbe fatto Kieslowski. Una volta coscienti di tutto ciò, si entra in sala...
La pellicola è lunga e anche molto lenta, gli attori bravissimi e le musiche di una rara bellezza. La liricità del film è accentuata da una fotografia costantemente centrata sul rosso, colore dell'inferno, appunto. Il più grande problema dell'opera sta nello svolgimento della trama, poichè il centro dello script viene messo in scena solo a mezz'ora dalla fine del film e ci si porta quindi dietro per un'ora una specie di sensazione di vuoto, come se niente fosse ancora cominciato, decollato.
Ma ci si può passare sopra, perchè questo film merita di essere visto e "vissuto". Bisogna lasciarsi spiazzare dalle inquadrature e dai gesti assolutamenti enfatizzati che predominano per tutto il tempo. Grande prova. Bellissima Parigi.
Forse la più bella di tutte. Un ruolo forte e fragile allo stesso tempo: una donna in realtà più forte da vecchia e molto più debole da giovane. Un personaggio ricco di contraddizioni e di ingenua dolcezza. Meravigliosa.
Bravina, anche se ogni tanto la sua espressione da "povera bambina spaurita" annoia. Comunque notevole in molte scene. Bellissima come sempre, con un'unica pecca fisica: quelle labbra! Ma perchè se l'è rifatte??!
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