Regia di Paul Weitz vedi scheda film
Se pensate che Amici di Maria De Filippi sia il peggior programma Tv della storia, aspettate di vedere American Dreamz, ricalcato sulla falsariga di American Idol, a sua volta massacrato dall’allusione di American Idiot dei Green Day. La trasmissione è al centro della commedia di Paul Weitz, ultimo erede di una tradizione demenziale (sua la saga di American Pie) che fa del potere, della comunicazione, delle contraddizioni culturali e identitarie i bersagli favoriti. Il bravo presentatore Hugh Grant crede di essere senza scrupoli, ma noi sappiamo che la realtà supera sempre la finzione (pensate, senza andare troppo lontano, a Mammucari o a Giletti). Invita in trasmissione casi umani in cerca di un sogno: una bionda bambolina sudista, un rapper ebreo, persino un aspirante terrorista iracheno. In questo rimpiattino catodico finisce persino il Presidente Dennis Quaid, che si presuppone tonto come nessuno quando anche in questo caso, lo sappiamo, la realtà supera la finzione… Diverte, American Dreamz, ed è meno innocuo di quel che può apparire. Perché dimostra come tutti i sudditi di un impero catodico che non conosce (medio) oriente o occidente (tanto ci sono le parabole che arrivano dovunque…) siano ugualmente idiot pur senza essere american. Nel senso che la comunicazione, specie quella televisiva di massa, fenomeno ormai globale, ha trasformato il sogno di poter diventare qualcuno diverso da quel che si è nella maggior fonte di infelicità collettiva. È vero, uno su mille ce la fa: gli altri 999 diventano inevitabilmente carne da cannone del sistema, manipolabili da chi sta più in alto. Che sia questo American Dreamz il vero remake di The Manchurian Candidate?
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